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Pace fatta tra Grillo e Farage

Il giorno dopo il mancato ingresso dei 5 Stelle nel gruppo Alleanza dei democratici e dei liberali per l'Europa (Alde) al Parlamento europeo, paiono di colpo appianate le divergenze tra Beppe Grillo e Nigel Farage. Al leader indipendentista britannico, alleato di sempre, Grillo aveva voltato le spalle appena 24 ore fa, annunciando la separazione del suo Movimento dal gruppo degli euroscettici.

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L’ingresso di 17 eurodeputati grillini nell’Alde avrebbe permesso ai liberali di diventare il terzo più grande gruppo a Strasburgo, dopo popolari e socialisti. Un vantaggio che avrebbe permesso al capogruppo Guy Verhofstadt di candidarsi alla presidenza dell’Europarlamento fra pochi giorni, o perlomeno di essere l’ago della bilancia tra i due candidati in lizza, gli italiani Tajani per il Partito popolare europeo e Pittella per i socialisti.

L’accordo con i 5 Stelle, però, è stato valutato inopportuno da alcuni deputati dell’Alde, che rilevano come il movimento di Grillo sia troppo populista per fare parte del gruppo dei liberali. Hanno così costretto il loro leader a rimangiarsi la parola data: “Rimangono differenze fondamentali su questioni europee importanti come la moneta unica”, si giustifica Verhofstadt.

Beppe Grillo, dal suo blog, dà la colpa all’establishment, ma intanto deve calmare la rabbia che serpeggia tra elettori e partito, che non avevano gradito le orchestrazioni nell’ombra.

Un pasticcio che sembra essersi risolto nella serata di martedì, in extremis, con una telefonata chiarificatrice tra Farage e Grillo.

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