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Salvini, “un pugile suonato che barcolla”

mattarella e conte a colloquio
Tocca ora a Sergio Mattarella trovare la quadratura del cerchio. Keystone / Paolo Giandotti Handout

All'indomani delle dimissioni di Giuseppe Conte, i quotidiani svizzeri non sono teneri nei confronti dell'ormai ex ministro dell'interno Matteo Salvini e non risparmiano qualche critica nemmeno all'ex premier.

“La fine dei populisti, una fortuna per l’Italia”, titolano nel loro commento Collegamento esternoTages-Anzeiger e Bund, sottolineando come l’esperimento di un Governo Lega-5 Stelle lasci “solchi profondi” in una società italiana sempre più divisa e piena di risentimenti.

Per il corrispondente a Roma dei giornali del gruppo Tamedia, ad aver risvegliato questi risentimenti è stato Matteo Salvini, che in questi mesi non ha fatto altro che giocare “a fare paura agli italiani”, attizzando l’animosità.

“Salvini non era però molto interessato alle soluzioni – prosegue il commento – ma solo ad applausi a buon mercato”.

E di applausi ne ha ricevuti molti. Forse troppi, tanto che i numerosi ‘like’ sulle reti sociali gli sono “montati alla testa” e ha creduto di potere fare qualsiasi cosa. Almeno fino a martedì, quando Giuseppe Conte ha decretato la fine dell’esperimento di Governo.

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Conte si dimette: “L’azione di Governo si arresta qui”

Questo contenuto è stato pubblicato al Il primo ministro italiano ha annunciato martedì le sue dimissioni. Nel suo discorso davanti al Senato, Giuseppe Conte ha duramente criticato Matteo Salvini, accusandolo di “irresponsabilità”.

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Un Conte un po’ in ritardo

Le “devastanti critiche” che il presidente del Consiglio ha indirizzato al suo ministro dell’interno “arrivano dei mesi troppo tardi”, scrive l’Aaargauer ZeitungCollegamento esterno. Secondo il quotidiano del cantone Argovia, “per troppo tempo Conte ha permesso al suo vice della destra radicale di fare quello che voleva”.

Anche per La Regione TicinoCollegamento esterno, Conte arriva forse un po’ tardi. Tuttavia, il premier martedì ha offerto “finalmente un discorso da statista”, facendo assumere a quello che ormai è diventato un suo avversario “le sembianze di un Giuda”.

Un Giuda “frastornato”, prosegue il giornale ticinese, “un pugile suonato che barcolla e non riesce neppure a trovare subito la poltrona sulla quale sedersi”, perdendo “per qualche istante la baldanza”.

“Il j’accuse di Salvini contro la politica dei no, urlato, è da operetta, di stampo balneare”.

Il “rifarei tutto da capo” ripetuto come un mantra da Salvini “non convince” La Regione. ” Il suo j’accuse contro la politica dei no, urlato, però è da operetta, di stampo balneare, proclamato tra maliarde cosce, pance gonfie di birra e qualche bicipite palestrato dalla tribuna del Papeete, il beach club romagnolo protagonista di quest’estate del populismo più rozzo”.

Per il Corriere del TicinoCollegamento esterno, Salvini e la Lega si sono auto-inferti un ulteriore colpo ritirando il voto di sfiducia nei confronti di Conte. “Una retromarcia che ha sorpreso tutti, ma che difficilmente gioverà alla credibilità di Salvini. I suoi avversari non avranno difficoltà a impallinarlo mettendo in luce le sue macroscopiche contraddizioni”.

Una mossa – osserva il giornale ticinese – subito sfruttata da Conte, il quale ha dichiarato che “se c’è mancanza di coraggio, non vi preoccupate, mi assumo io la responsabilità”.

Cosa succederà dopo il ‘golpe’ da bagnasciuga?

Anche il Corriere del Ticino non risparmia qualche critica allo stesso presidente del Consiglio dimissionario: “Nel teatrino della politica italiana, dove i principali protagonisti giurano di agire solo nell’interesse degli italiani, alla fine anche il premier uscente ha suscitato qualche perplessità”, dilungandosi nella seconda parte del suo discorso un lungo elenco di interventi di cui il Paese avrebbe al più presto bisogno. “Priorità sensate, quelle enunciate da Conte, che però avevano poco senso in un discorso conclusosi con l’annuncio delle sue dimissioni. A meno che il messaggio ‘subliminale’ non fosse quello di candidarsi quale premier di un Governo Conte bis”, osserva il quotidiano ticinese.

E ora cosa avverrà dopo quello che La Regione definisce il “‘golpe’ da bagnasciuga”?

L’ipotesi di un ‘Conte bis’ è quella più accreditata da Le Temps. Resta da vedere con chi. Secondo La Regione, un ‘Conte bis’ sempre giallo-verde è “improbabile”. “Al Senato dal cilindro il presidente del Consiglio ha estratto improvvisamente un europeismo e un pragmatismo finanziario inediti. In contrasto con i due disordinati populismi che lo hanno fin qui supportato”.

Ed altrettanto improbabile appare fin qui un’alleanza tra 5 Stelle e il Partito democratico, dopo “anni di veleno” distillati reciprocamente.

Secondo l’Aargauer ZeitungCollegamento esterno, questa ipotesi non è poi così lontana. In caso di elezioni, “la probabilità che Salvini vinca in modo schiacciante e che poi possa governare il paese con Fratelli d’Italia è alta. Un simile scenario potrebbe facilmente condurre a un Italexit, che né i 5 Stelle né la sinistra vogliono. E così Conte può sperare in un secondo mandato”.

“Matteo contro Matteo”

La Neue Zürcher Zeitung Collegamento esterno– che parla della lotta di “Matteo contro Matteo – rileva dal canto suo il ruolo svolto dall’ex primo ministro Renzi, che vorrebbe unire le forze della sinistra e del centro, formando una nuova coalizione e un nuovo Governo. “In questo momento di confusione, cerca con abili tattiche di voltare pagina a suo favore”.

“Finché la protesta rimane pacifica, non c’è nulla di sbagliato in tutto ciò. Dimostrare è un diritto democratico fondamentale”.

L’altro Matteo – Salvini – vuole invece impedire la formazione di un nuovo Governo di coalizione con la partecipazione di Renzi e chiedere nuove elezioni attraverso manifestazioni di massa. “A suo avviso – scrive la Neue Zürcher Zeitung – la volontà delle masse mobilitate avrà la precedenza sulle decisioni dei rappresentanti democraticamente eletti dal popolo. La lotta di Matteo contro Matteo è proprio questa: attraverso la pressione della piazza, Matteo Salvini vuole neutralizzare le procedure democratiche quando i risultati a cui conducono non gli si addicono. E uno dei risultati di queste procedure democratiche sarebbe che Matteo Renzi tornasse al governo con una decisione parlamentare. Finché la protesta rimane pacifica, non c’è nulla di sbagliato in tutto ciò. Dimostrare è un diritto democratico fondamentale”.

Il giornale zurighese attribuisce però forse troppo peso a Renzi, scordandosi che all’interno del Partito democratico un’eventuale alleanza con i 5 Stelle è tutto fuorché scontata. Il segretario del PD Nicola Zingaretti – ricorda il Corriere del Ticino – ad esempio frena, “forse memore delle rassicurazioni che Renzi diede a Enrico Letta quando era premier («Enrico stai sereno»), prima di cacciarlo e prenderne il posto”.

Insomma, “caduto il Governo rimangono solo tanti punti interrogativi – conclude La Regione. O meglio un’unica quadratura del cerchio. Che il premier uscente consegna ora, lassù al colle del Quirinale, a Sergio Mattarella”.

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