La televisione svizzera per l’Italia

Del rapporto costi benefici

uomo davanti a scaffali riempiti di confezioni di pasta
Il dubbio amletico quando ci si ritrova davanti agli scaffali della pasta. Keystone / Luca Bruno

Il quieto vivere va conquistato, ma quando c’è di mezzo un ragù che bolle in pentola, la sua conquista esula da ogni ragionamento logico.

“Come la vuoi, lunga o corta?”. Al supermercato non è raro incontrare mariti al cellulare che davanti allo scaffale della pasta si consultano con le consorti sul tipo di pastasciutta da portare a casa. Un’usanza entrata nelle abitudini di molti signori che evidentemente hanno necessità di rassicurarsi mentre fanno la spesa. 

ritratto
Una svizzera a Roma – Rubrica semiseria di mediazione culturale In questa serie, Gaëlle Courtens, giornalista svizzera residente da anni nella capitale italiana, ci propone un suo sguardo su episodi di ordinaria quotidianità. tvsvizzera

Venticinque anni fa circa, ero appena sbarcata a Roma, la prima volta che nel supermercato di quartiere osservai la scena, rimasi di stucco. Quello che all’epoca veniva chiamato il “telefonino”, era ancora un oggetto di status symbol. Un signore distinto, all’orecchio quel baraccone nero da cui ancora prima di comporre il numero bisognava estrarre l’antennina, rivolto verso le mille varietà di pasta, titubante sul da farsi, formulava alla padrona di casa il fatidico quesito: “Lunga o corta?”.

Ma non è meglio una bella scorta?

Da buona svizzera non potei esimermi dal fare subito un ragionamento sul rapporto costi benefici. Le telefonate da portatile allora costavano una tombola. E una confezione di pasta, rispetto ad oggi, veniva la metà! Sicuramente la sua chiamata superava di gran lunga il costo di cinque o sei confezioni, forse quattro se optava per la De Cecco.

Ma non era meglio (…atteggiamento tipicamente svizzero di cui imparai a sbarazzarmi in fretta) comprare una bella scorta sia dell’una, sia dell’altra tipologia, senza dimenticare anche qualche confezione di orecchiette o farfalle? Mica si trattava di alimenti deperibili. La pastasciutta, a voglia a scadere! E poi, in una casa italiana, quanto tempo vuoi che durino 3 chili di pasta? Più tardi capii, che non è questo il punto.

Il punto è un altro. È: “vedi, cara la mia consorte, ci tengo a renderti partecipe mentre adempio a questo gravoso compito”. Oppure: “Siccome sei tu l’indiscussa regina degli acquisti fatti con scienza e coscienza non posso non farmi opportunamente consigliare da te”. Il punto è: la relazione. Non quella tra costi e benefici, ma quella umana. Naturalmente è contemplabile anche un altro motivo, pur sempre inerente al rapporto tra esseri umani, soprattutto se innamorati, e cioè: il quieto vivere.

Meglio una telefonata che mille spiegazioni

Magari sui fornelli di casa in quel momento sta cuocendo a fuoco lento un ragù che va degustato con una pasta rigorosamente corta. In tal caso meglio spendere in telefonate, anziché in energie per poi spiegare faticosamente le motivazioni dell’una o dell’altra scelta.

Il tema del costo delle telefonate è ormai obsoleto, nessuno si pone più quel problema. È rimasta, tuttavia, l’impellenza dei mariti di rassicurarsi quando sono intenti a fare gli acquisti per le loro consorti. L’altro giorno, mentre sfrecciavo con il carrello della spesa davanti al colorato scaffale degli assorbenti, mi imbatto in un distinto signore sulla quarantina, all’orecchio lo smartphone, visibilmente in difficoltà: “amore, come le vuoi, con o senza ali?”.

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