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Siria, accuse incrociate sull’attacco con i gas

In Siria continua lo scambio di accuse, dopo il grave attacco –martedì- con agenti chimici nella provincia di Idlib, che causato la morte di 72 persone, tra cui 20 bambini. Per l’Occidente e i ribelli, i responsabili sono il governo di Damasco e l’alleato russo. Mosca respinge le accuse.

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Le immagini del servizio della Radiotelevisione svizzera RSI sono girate in un ospedale del sud della Turchia, a due passi dal confine con la Siria, dove sono state portate alcune delle vittime dell’attacco, condotto probabilmente con gas sarin.

L’offensiva ha inorridito il mondo intero, per le immagini di adulti e bambini stesi al suolo, tremanti e incapaci di respirare per effetto degli agenti chimici.

Dove non sono arrivare le telecamere delle televisioni, sono arrivati i telefonini, con immagini poi rimbalzate sui social media.

Continua il rimpallo delle accuse: se i ribelli attribuiscono l’attacco al presidente Assad e agli alleati russi, questi ultimi sostengono che l’aviazione siriana abbia colpito un deposito di armi dei ribelli, riempito appositamente da questi ultimi con sostanze chimiche.

Intanto, a Bruxelles, si sta discutendo di Siria in una conferenza programmata da tempo e dedicata al futuro del Paese.

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A Bruxelles, per la Svizzera, c’è il consigliere federale capo del Dipartimento degli affari esteri Didier Burkhalter.

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“Quel che è successo”, ha detto, “è orribile ed è una ragione in più per mobilitarsi ulteriormente per trovare delle soluzioni politiche e soluzioni umanitarie, a corto e medio termine. Quest’anno prometteremo e pagheremo, come sempre, 66 milioni di franchi per l’aiuto umanitario e di resilienza, come le scuole o l’accesso all’acqua, e aggiungeremo sette milioni per le azioni di promozione della pace. È la più grande operazione umanitaria di tutti i tempi, per la Svizzera”.

L’Onu, che ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza, ha stimato che per gli interventi più urgenti del 2017 in Siria servano circa 8 miliardi di dollari.
 


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