La televisione svizzera per l’Italia

Il negoziato con l’Ue appeso a un filo

L orologio del Big Ben con davanti la bandiera britannica.
Il tempo stringe per evitare l'hard Brexit. Keystone / Vickie Flores

Saranno il premier britannico Boris Johnson e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a cercare di sbloccare sabato in extremis, in un colloquio telefonico a due, i nodi irrisolti del negoziato fra Londra e Bruxelles sulle relazioni post Brexit.

Lo hanno annunciato venerdì in serata in un comunicato congiunto i capi negoziatori delle due parti, David Frost per il Regno Unito e Michel Barnier per l’Ue, a conclusione di un’altra lunga giornata di trattative conclusa senza un’intesa finale sul testo di un accordo di libero scambio che in queste ore appare più in bilico che mai.

Frost e Barnier scrivono che al momento “non ci sono le condizioni” per chiudere la partita, date “le significative divergenze” sui punti di frizione ormai noti: il cosiddetto level playing field, la pesca e la governance sui contenziosi futuri. “Su queste basi – precisano – si è concordato di mettere in pausa i colloqui” in modo da poter “aggiornare i Principali” , vale a dire i rispettivi leader politici, sulla situazione: situazione su cui “la presidente von der Leyen e il primo ministro Johnson discuteranno” sabato pomeriggio.

Minaccia di veto francese

L’accordo, che appariva a un passo, resta dunque irraggiungibile, per ora. Con l’ombra del temuto no deal all’orizzonte, se dai vertici politici non arriverà la spinta verso un compromesso all’ultimo tuffo. Che il negoziato fosse entrato in “una fase molto difficile”, al bivio finale mentre stanno per scadere anche i tempi supplementari, lo aveva del resto anticipato un portavoce di Downing Street fin da metà giornata di venerdì. E a pesare non sono solo le residue linee rosse delle due parti sui dissidi cruciali rimasti da districare, ma pure l’improvvisa minaccia di Parigi di “un veto” in caso d’intesa insoddisfacente per la Francia su uno dei temi in sospeso: quello dei diritti di pesca europei nelle acque d’interesse nazionale britannico.

Tre temi spinosi

I temi più spinosi sul tavolo – a meno di un mese dalla fine della transizione fissata per il 31 dicembre – sono i soliti: la pesca, questione di nicchia in termini di valore economico generale ma di grande importanza per nazioni rivierasche quali Francia o Danimarca; e il level playing field, ossia l’allineamento che Bruxelles vorrebbe da Londra sugli aiuti di Stato e su norme come quelle relative alle tutele ambientali o ai diritti dei lavoratori a garanzia d’una futura concorrenza leale, ma che il governo di Johnson non vuole sia trasformato in una perdurante sudditanza alla legislazione dell’Ue in barba alla ritrovata “sovranità”.

Mentre va chiarito pure a quale organismo giuridico terzo demandare le dispute dell’avvenire. Di fatto si tratta del 5% d’un testo che per il restante 95% pare concordato. Ma più che sufficiente – date le questioni di principio, d’interesse, di bandiera, d’immagine in ballo e i tempi stretti – a far saltare ancora il banco.

Germania mediatrice

Mentre da Berlino rimbalzava l’ultimo tentativo di mediazione dei toni tedesco: col doppio richiamo del portavoce della cancelliera Angela Merkel da un lato a “un compromesso ancora possibile”, dall’altro alla puntualizzazione che un accordo che non potrà essere “a qualsiasi prezzo” dato il rapporto di forza di 27 a 1.

Sia come sia, difficile immaginare che il dilemma resti sospeso fino a lunedì. Giorno nel quale il governo di Johnson ha in programma di riportare alla Camera dei Comuni – per aggirare il veto di quella non elettiva dei Lord – il testo del contestato Internal Market Bill, che rivendica al Regno il potere di violare il diritto internazionale e modificare unilateralmente alcuni punti dell’intesa di divorzio raggiunta faticosamente l’anno scorso con l’Ue (in particolare sui controlli ai confini irlandesi), in assenza di svolte sui commerci futuri. Legge che, se approvata definitivamente, potrebbe segnare davvero il punto di non ritorno.

Il servizio del telegiornale:

Contenuto esterno


tvsvizzera.it/fra con RSI


Contenuto esterno
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
I più letti della settimana

Un mosaico di notizie selezionato in maniera automatica in base a quelle che più hanno suscitato l’interesse dei lettori nel corso della settimana precedente.

Settimanale

La dichiarazione della SRG sulla protezione dei dati fornisce ulteriori informazioni sul trattamento dei dati.



 

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR