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Del Recovery fund UE si riparla a luglio

Donna in abiti formali si allontana da pulpito con fascicolo e mascherina in mano; la segue un uomo con capo chino
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in conferenza stampa al termine del summit tenuto in teleconferenza. Keystone / Olivier Hoslet / Pool

Sul pacchetto da 750 miliardi di euro per la ripresa economica dell'Unione Europea (Recovery fund) e sul bilancio pluriennale UE sta emergendo un consenso, ma le differenze di visione tra Paesi non vanno sottostimate e impongono di proseguire la discussione. È quanto ha detto venerdì il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, al termine del vertice dei capi di Stato e di governo.

“Adesso”, ha spiegato Michel, “passiamo a nuova fase di negoziazione e abbiamo l’intenzione di tenere un summit in presenza a metà luglio. Prima di questo summit metterò sul tavolo alcune proposte concrete per provare ad arrivare ad una decisione. Siamo consci che una decisione vada presa prima possibile”.

I dati sul crollo del PIL suggerirebbero infatti di accelerare i tempi. Ma i cosiddetti Paesi frugali (Paesi Bassi, Austria, Svezia e Danimarca) oppongono resistenza.

Fondi nel 2021

“Le implicazioni economiche della pandemia sono molto dure, siamo di fronte alla sfida più grande dalla Seconda guerra mondiale”, ha osservato la cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale ha sostenuto che la Germania si è spesa affinché si arrivi velocemente a un’intesa UE e riferito di una discussione “che si è svolta in un’atmosfera molto costruttiva”.

Non crede però “che si possano versare i fondi già quest’anno”, ha detto rispondendo a chi ha chiesto se Stati come l’Italia potranno ricevere i soldi europei prima del 2021, sottolineando che i Parlamenti devono ratificare le decisioni che si prenderanno in Europa.

Crisi distinte

“Non possiamo accettare la proposta della Commissione UE così com’è, sono necessari cambiamenti sotto molti aspetti. La discussione non è realmente progredita”, ha invece commentato la premier finlandese Sanna Marin in una nota al termine del vertice di venerdì. La Finlandia non sarebbe sola: “diversi Paesi hanno espresso critiche simili evidenziando lo squilibrio tra sovvenzioni e prestiti. Ci sono stati anche interventi duri”, ha aggiunto Marin.

La premier, che in queste settimane si è accodata alle critiche mosse all’UE dal gruppo dei frugali, ha spiegato alla stampa che gli aiuti del Recovery fund “dovrebbero essere mirati ai problemi economici causati dal coronavirus” perché “il pacchetto non ha lo scopo di salvare i singoli Stati membri o di rispondere alle difficoltà economiche del passato”.

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“Discuteremo sicuramente della sostenibilità del debito e della preparazione a crisi future, ma quella è un’altra discussione”, ha sottolineato. La premier ha tuttavia chiarito che c’è la volontà di Helsinki di lavorare in modo costruttivo al dibattito “poiché la rapida ripresa dell’Europa dalla crisi è anche nell’interesse della Finlandia”.


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