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UE, tutti d’accordo sui passaporti vaccinali

Schermata di computer stile videoconferenza con riquadro di Michel/Von der Leyen e 27 leader europei
In videoconferenza, come imposto dalla stessa pandemia. Keystone / Johanna Geron

I Paesi UE hanno trovato giovedì un primo accordo per il via libera ai passaporti vaccinali, certificati che potranno facilitare movimenti e viaggi a chi ha ricevuto il vaccino anti-coronavirus. In un consiglio europeo informale sul Covid, i leader dei 26 si sono dati l'impegno di realizzarli entro tre mesi. Hanno inoltre chiesto che la Commissione adotti un approccio più rigido nel controllo delle esportazioni delle farmaceutiche.

“Non sarà un blocco dell’export”, ha chiarito Emmanuel Macron, “perché questo comporterebbe una frammentazione della produzione mondiale”. Ma la strada è quella di penalizzare chi non rispetta le consegne.

È un chiaro messaggio per AstraZeneca, che sembra aver favorito Regno Unito e Israele a discapito dell’UE e della quale si narra vi siano svariati milioni di dosi in mano ad intermediari, pronti a vendere al miglior offerente. Tutto questo mentre l’azienda confermava che nel primo trimestre ne saranno consegnate all’UE meno di metà di quanto pattuito (40 milioni di dosi anziché 90) e prospettava ritardi anche per il secondo trimestre.

51,5 milioni le dosi di vaccino finora distribuite in UE
8% la quota di popolazione che ha ricevuto almeno la prima

L’obiettivo di Bruxelles, ha ribadito la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, resta quello di immunizzare il 70% della popolazione (ovvero 225 milioni di persone) entro fine estate. Le consegne confermate non bastano, ma con quelle ancora da confermare e di vaccini da autorizzare si potrebbero raggiungere quasi 600 milioni di dosi nel secondo trimestre e circa un miliardo e mezzo nel terzo.

Diritti da definire

Quanto ai passaporti, “tutti hanno concordato sul fatto che serva un documento digitale che certifichi il vaccino” e che sia “compatibile” nei diversi paesi europei, ha riferito la cancelliera tedesca Angela Merkel dopo il vertice. “Ma non succederà che non si possa viaggiare senza”, “una decisione politica a riguardo non è stata presa”, ha aggiunto, ricordando che i bambini non possono ancora vaccinarsi contro il Covid.

Sul tema, ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, restano vari interrogativi e la strada è aperta. L’obiettivo è scongiurare “misure unilaterali”.

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Nel servizio RSI, la preoccupazione dei leader UE per l’emergere di nuove varianti del Covid e la strategia per accelerare la campagna di vaccinazione.

Ora serviranno tre mesi per lo sviluppo tecnico di un sistema interoperabile europeo, base necessaria per un pass che consenta di tornare a viaggiare e dare una boccata di ossigeno alle economie che vivono di turismo.

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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 26.02.2021)

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