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Totale incertezza in Venezuela

La crisi istituzionale e politica continua in Venezuela, paese che si ritrova dal 23 gennaio con due presidenti. E mentre Nicolas Maduro ottiene l'appoggio dell'esercito, Juan Guaidò incassa il riconoscimento di Germania e Spagna. 

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Juan Guaidò, il presidente del Parlamento venezuelano che ha assunto poteri di presidente ad interim, ha detto di essere disposto a concedere un’amnistia “a tutti coloro che siano disposti a mettersi dalla parte della Costituzione per recuperare l’ordine istituzionale”, compreso lo stesso Nicolas Maduro. 

Lo ha dichiarato nella prima intervista dopo la sua autoproclamazione – che ha scatenato una crisi internazionale, spaccando in due la comunità globale e la stessa Europa.

Guaidò ha detto che per lui la situazione in Venezuela dovrebbe svolgersi in tre fasi: la “fine dell’usurpazione”, cioè della presidenza Maduro, una fase di transizione, ed elezioni libere e trasparenti, il tutto accompagnato da una attenzione immediata all’emergenza umanitaria nel paese.

La promessa di amnistia non sembra però aver fatto presa sull’esercito, che ha ribadito la sua fedeltà a Nicolas Maduro. Quest’ultimo ha dichiarato che continuerà a “a governare con l’appoggio civico e militare del popolo”. Il capo di Stato, ha definito un “governo parallelo di pagliacci” quello che verrebbe eventualmente guidato da Guaidò, secondo lui un fantoccio degli Stati Uniti.

Nel frattempo anche la Germania si è espressa sulla situazione, dicendosi pronta a sostenere Guaidò come “presidente ad interim” se delle elezioni liberi non verranno organizzate velocemente. Poche ore dopo, anche la Spagna ha dichiarato lo stesso. 

Il presidente americano Donald Trump è stato il primo a sostenere Guaidò, seguito a ruota da una decina di paesi dell’America latina e dal Canada. L’Unione europea ha dal canto suo chiesto “libere elezioni” e l’Alta commissaria dell’ONU per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha invitato dal Forum economico di Davos (Wef) a “una soluzione politica pacifica”.

Cosa dice la Svizzera?

Berna, per ora, non ha preso posizione. La Confederazione segue con inquietudine le tensioni in Venezuela e osserva attentamente l’evoluzione della situazione, tenendosi a disposizione per eventuali mediazioni, ha dichiarato il ministro degli esteri Ignazio Cassis, interpellato sulla questione a margine del Wef. “La Svizzera riconosce gli Stati, non i governi”, ha precisato.

Tuttavia, l’ambasciatore svizzero Bénédict de Cerjat, capo della Divisione Americhe presso il Dipartimento federale degli affari esteri a Berna, giovedì ha preso posizione su Twitter, esprimendo il suo sostegno a Guaidó. 

swissinfo.ch ne ha parlato con il rappresentante della comunità elvetica in Venezuela nell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE), il grigionese Pierino Lardi.


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