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USA via dal trattato sui missili nucleari

Il segretario di Stato Pompeo parla da un pulpito accanto a una bandiera USA e un monitor con la mappa del mondo
Il segretario di Stato USA Mike Pompeo dà l'annuncio ai media. Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved.

Gli Stati Uniti si ritireranno dallo storico trattato sulle armi nucleari INF, che con la firma di Ronald Reagan e Michail Gorbaciov pose le basi per la fine della Guerra Fredda. La sospensione, che può trasformarsi in ritiro completo dopo 180 giorni, è stata annunciata venerdì da Mike Pompeo.

Il segretario di Stato americano ha motivato la decisione affermando che “la Russia ha violato per anni senza scrupoli il trattato sulle armi nucleari e non ha mostrato alcun serio impegno nel volerlo rispettare”. Il riferimento è a un missile intercontinentale di cui il Cremlino si è dotato.

“Gli Stati Uniti”, ha aggiunto il capo della diplomazia americana, “hanno fatto di tutto” per preservarlo, mentre la Russia “ha messo e mette a rischio gli interessi” degli USA sul fronte della sicurezza.

Perché l’accordo non sia più vincolante, ha precisato Pompeo, ci vorranno sei mesi, durante i quali si potrebbe lavorare a una nuova intesa. “Siamo ancora pronti e disponibili a impegnare Mosca sul fronte del controllo delle armi nucleari”, ha detto.

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Il trattato per il controllo dei missili nucleari a medio raggio (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty, INF), firmato nel 1987, fu concepito per l’Europa, allora divisa in due e sotto il fuoco incrociato di due superpotenze. Vietava tutti i missili con una gittata tra i 500 e i 5500 chilometri.

Washington accusa Mosca di averlo violato ripetutamente dal 2014.

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La Nato ha anzi lanciato un appello alla Russia, affinché torni al rispetto totale e verificabile dei suoi obblighi di disarmo nucleare.

L’Europa guarda con una certa apprensione. 

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