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I bambini-soldato calabresi

Viaggio nella 'Ndrangheta con la testimonianza del collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, già reggente della famiglia più potente di Crotone. Intervista esclusiva (prima parte)

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Luigi Bonaventura, oggi 43enne, vive in una località segreta in Italia con la moglie, due figli, i suoceri e 2 cognati. Dal 2001 al 2005 è stato alla testa della cosca crotonese Vrenna-BonaventuraCollegamento esterno, una delle più importanti in Calabria. A 34 anni, da reggente della famiglia, decide di dissociarsi. Per questa scelta, il padre cerca per ben due volte di ucciderlo. Due anni dopo, nel 2007, diventa collaboratore di giustizia e viene ammesso al programma di protezioneCollegamento esterno.

Con tutta la famiglia viene inizialmente trasferito a Termoli (Campobasso). Nuovi documenti, nuova identità. Ma la cittadina non garantisce la sua sicurezza: si trova infatti ai confini del triangolo dove si incontrano Sacra corona unita pugliese, Camorra napoletana e ‘Ndrangheta calabrese. A Termoli viene più volte avvicinato (per convincerlo a ritornare in famiglia) e più volte viene minacciato di morte.

Per questione di sicurezza, Bonaventura ha chiesto piu volte di essere trasferito all’estero e sebbene vi sia una decisione positiva, attende ancora il trasferimento. Nel frattempo però non vive più a Termoli. Con tutta la famiglia, da poco più di un mese, è stato spostato in una località segreta.

Il servizio, parte prima: l’addestramento

Primogenito e nipote di uno dei boss più influenti dell’NdranghetaCollegamento esterno, Luigi Bonaventura è stato educato per diventare il numero uno. In questa prima parte (ne seguiranno altre due), ci racconta della sua infanzia e del severo addestramento militare cui è stato sottoposto. Un’infanzia rubata la sua, trascorsa in mezzo alle armi e tra tanta violenza e brutalità. Fino ad arrivare ai suoi 19 anni, quanto partecipa alla strage di Piazza PitagoraCollegamento esterno: 3 uomini vengono uccisi nella piazza principale di Crotone. L’evento segnerà la svolta della famiglia Vrenna-Bonaventura, che dopo un ventennio trascorso nell’ombra, ritornerà ad essere la principale famiglia di Crotone.

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