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Il Papa cerca un dialogo con Putin

Papa Francesco con una guardia svizzera.
Il Papa ho chiesto al segretario di Stato Parolin di fare arrivare a Putin il messaggio che ero disposto ad andare a Mosca. Keystone / Angelo Carconi

Papa Francesco è pronto ad andare a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin. La Santa Sede sta "insistendo" perché questo accada. Lo rivela lo stesso pontefice in un'intervista rilasciata a Santa Marta al direttore del quotidiano milanese Corriere della Sera Luciano Fontana.

Una conversazione molto libera quella pubblicata martedì dal giornale, in cui il Papa si lascia andare anche ad espressioni poco consone al normale linguaggio diplomatico: invita ad esempio il patriarca Kirill a non essere “il chierichetto di Putin”; rimprovera, tra le possibili cause della guerra, “l’abbaiare della Nato alla porta della Russia”; non esita a paragonare quanto sta avvenendo in Ucraina col genocidio del 1994 in Ruanda.

“Il primo giorno di guerra ho chiamato il presidente ucraino Zelensky al telefono – racconta -. Putin invece non l’ho chiamato. L’avevo sentito a dicembre per il mio compleanno ma questa volta no, non ho chiamato. Ho voluto fare un gesto chiaro che tutto il mondo vedesse e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Ho chiesto che mi spiegassero, gli ho detto ‘per favore fermatevi’. Poi ho chiesto al cardinale (segretario di Stato Pietro) Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca.

Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla? Venticinque anni fa con il Ruanda abbiamo vissuto la stessa cosa”. 

E la preoccupazione di Francesco è che Putin, per ora, non si fermerà. Forse, sottolinea, “l’abbaiare della Nato alla porta della Russia” ha indotto il capo del Cremlino a scatenare il conflitto: “Un’ira che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata forse sì”.

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La guerra finirà presto…

Bergoglio spiega poi che il premier ungherese Viktor Orban, ricevuto il 21 aprile, gli ha detto “che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche la celerità dell’escalation di questi giorni (…). Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi”. 

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