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Kilis, città di confine ai tempi dell’Isis

Reportage dalla città turca alla frontiera con la Siria, dove i razzi hanno colpito 72 volte e i profughi sono ormai più dei residenti

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La guerra siriana ha contagiato i Paesi vicini. Nel nord, i razzi dell’Isis hanno più volte colpito in territorio turco causando anche morti e feriti. Azioni che hanno provocato la risposta militare di Ankara. Nel reportage , visitiamo la città turca di Kilis, al confine con la Siria.

Case sventrate e lamiere contorte. È la guerra che dalla Siria entra in Turchia, a Kilis, ultima città di confine sulla strada per Aleppo.

“Negli ultimi mesi abbiamo subito 72 attacchi dell’Isis”, rammenta il sindaco Hasan Kara. “Tutti con i razzi. Sono morti 15 cittadini turchi e 6 rifugiati siriani, 85 sono stati invece i feriti. La nostra è una condizione terribile, soprattutto sul piano psicologico, perché contro i razzi non c’è difesa. E arrivano quando meno te l’aspetti”.

A Kilis, nonostante tutto, la vita sembra scorrere tranquilla in quella che è sempre stata una sonnacchiosa cittadina di confine. Ma è dietro le facciate delle case che si consuma il dramma.

“Dieci giorni fa mia sorella si trovava qui in cucina”, ci racconta Ahmed., un rifugiato siriano. “Ecco, non abbiamo sentito quasi niente, solo alzarsi un mucchio di polvere. Mi sono ricordato che lei era qui e sono corso da lei e ho visto l’angolo della cucina distrutto e le pietre. Ho spostato le macerie e ho cercato di aiutarla, era ferita alle mani, al petto e alla testa. È morta ieri in ospedale.”

La guerra ha cambiato il volto di Kilis. Adesso i turchi sono solo 90 mila e quasi 125 mila i profughi, venuti qui per trovare un posto sicuro pur restando vicini alla propria terra. Ma da qualche mese ormai la frontiera è chiusa e decine di migliaia di disperati attendono il loro turno dall’altra parte del confine.

“Questa è la frontiera di Kilis”, ci mostra Mahmoud, un altro siriano. “Normalmente questo varco era aperto per i rifugiati ma da tempo è stato chiuso e nessuno può entrare in Turchia. Qui sul lato turco però adesso non è più sicuro a causa dei bombardamenti dell’Isis sulla città. Ci sono state anche diverse vittime”.

Costretta a militarizzare la frontiera la Turchia risponde per ora colpo su colpo attaccando i miliziani dello stato islamico. Trentaquattro i morti tra le fila dell’Isis negli ultimi raid compiuti dalle forze armate di Ankara.

“Il mondo deve darci una mano”, è l’appello del sindaco, “per creare una zona sicura dall’altra parte del confine. Di là ci sono tra i 30 e i 70 mila siriani che sono in attesa di varcare la frontiera. Noi non abbiamo problemi ma se arrivano qui poi cercheranno di entrare in Europa ed è un problema che dovrete affrontare voi.”

A Kilis, come in Siria, in questa guerra che sembra non avere fine, sono sempre i civili a pagare il prezzo più alto. Cercare una via di fuga, per loro, diventa sempre più difficile.

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