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La Germania sotto choc all’indomani dell’attentato

Dodici morti e 48 feriti, di cui molti in condizioni gravi. È l’ultimo bilancio dell’attentato avvenuto lunedì sera a Berlino. Un uomo di origine pachistana è stato arrestato, ma la polizia lo ha poi rilasciato. Il terrorista dunque è ancora in fuga. L'attentato è stato rivendicato dall'Isis.

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“Questo è un giorno molto duro”, ha dichiarato martedì la cancelliera tedesca Angela Merkel, confermando la pista dell’attentato. “Sono cosciente che tutto ciò sarà particolarmente difficile da sopportare, se venisse confermato che quest’atto è stato commesso da una persona che ha chiesto alla Germania protezione e asilo”, ha poi aggiunto.

Attentato rivendicato

In serata, l’agenzia di stampa dell’Isis, Amaq news agency, ha rivendicato l’attentato di Berlino chiamando il terrorista un “soldato dello Stato islamico”. Lo riferisce su Twitter Rita Katz, la direttrice del Site, il sito che monitora l’estremismo islamico sul web. “È una vendetta per gli attacchi in Siria”, si legge sulla rivendicazione.

Il dramma si è consumato verso le 20 nei pressi della Chiesa del Ricordo, dove si teneva un mercatino di Natale. Il camion è piombato sulla Breischeidplatz, travolgendo i berlinesi e i turisti che a quell’ora affollavano gli stand. L’ultimo bilancio diramato dalle autorità fa stato di 12 morti e 48 feriti, molti dei quali in condizioni gravi.

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La persona alla guida del camion si è data alla fuga, ma è stata arrestata poco dopo dalle forze dell’ordine. Il sospetto terrorista avrebbe negato tutto, stando all’agenzia stampa DPA. Martedì pomeriggio, la polizia ha indicato di non essere sicura che l’uomo arrestato sia il terrorista.

Nel Tir è stato anche rinvenuto il cadavere di un uomo, un cittadino polacco, verosimilmente il vero conducente dell’autocarro, ucciso con un arma di piccolo calibro. Il camion, immatricolato in Polonia, sarebbe stato derubato in un cantiere.

Dopo l’attentato, la polizia tedesca ha svolto delle perquisizione in un centro rifugiati della capitale, situato nell’ex aeroporto di Tempelhof.

L’attentato di Berlino ricorda quello avvenuto a Nizza in luglio, quando un tunisino aveva travolto la folla sulla Promenade des Anglais, causando la morte di 86 persone e il ferimento di altre 400. L’atto era stato rivendicato dall’Isis.

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Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere. La ministra di giustizia e polizia svizzera Simonetta Sommaruga ha condannato “con forza” l’attacco e ha espresso il suo cordoglio ai famigliari delle vittime.

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In Germania, la leader di Alternative für Deutschland (destra nazional-populista) Frauke Petry ha dichiarato che “la Germania non è più sicura” e che sarebbe dovere di Angela Merkel comunicarlo ai cittadini.

La Petry ha poi indirettamente attaccato il governo, affermando che “l’ambiente in cui un tale atto può prosperare è stato colposamente e sistematicamente importato nell’ultimo anno e mezzo”.

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