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Emergenza globale per il coronavirus

Il direttore generale dell OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus
Il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus Keystone / Jean-christophe Bott

L'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato giovedì in serata l'emergenza globale per il coronavirus. Facciamo un po' di chiarezza.

La Cina – detto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus – ha preso straordinarie misure per fare fronte all’emergenza del virus 2019-nCoV, ha isolato il virus, lo ha sequenziato e ha condiviso i dati con tutti. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato ininterrottamente per tutto questo tempo”.

I PRECEDENTI: La prima dichiarazione di Pheic è stata fatta nel 2009 durante la pandemia di influenza ‘suina’. Nel 2014 hanno ricevuto lo status l’epidemia di polio e quella di Ebola, nel 2016 l’epidemia di Zika e nel giugno 2019 l’epidemia di Ebola in corso in Congo, dopo la scoperta di casi in Uganda. Quest’ultima insieme a quella di polio è l’unica emergenza ancora attiva.

Per l’Oms, però, non è possibile immaginare quanto grande sarà questa emergenza e quindi bisogna essere preparati ad affrontarla. Da qui la decisione di dichiarare l’emergenza internazionale.

Intanto proprio in Cina, Paese in cui la situazione è particolarmente allarmante, i funzionari che non seguiranno le indicazioni del presidente Xi Jinping saranno puniti in caso di violazione della gestione delle risorse, di atti illegali o di bugie e falsificazioni materiali

È quanto si legge sul suo sito dalla Commissione centrale per l’ispezione disciplinare, l’Anticorruzione del Partito comunista cinese (Pcc). La mano pesante sarà usata anche “contro chi è deficitario nel perseguire i propri doveri e chi si appropria delle risorse per l’emergenza e di materiali”.

Cos`è una dichiarazione d’emergenza pubblica?

La dichiarazione di ‘Emergenza Internazionale di Salute Pubblica’ (o Pheic, Public Health emergency of International Concern), proclamata giovedì sera per il coronavirus cinese, è usata dall’Oms per “un evento straordinario che costituisce un rischio di salute pubblica per diversi Stati attraverso la diffusione internazionale di una malattia, e che potenzialmente richiede una risposta coordinata a livello internazionale”.

La dichiarazione di per sé non è legalmente vincolante per gli Stati, ma ha lo scopo di alzare il livello di attenzione e il coordinamento internazionale. 

A decidere dell’eventuale dichiarazione è un comitato di esperti nominato dal direttore generale dell’Oms, che deve contenere almeno un membro dello stato da cui si origina l’emergenza. 

Italia, due casi accertati

Il coronavirus è arrivato ufficialmente anche in Italia: positiva ai test una coppia di turisti cinesi ora ricoverata a Roma. Provenienti da Wuhan, erano atterrati a Milano il 23 gennaio e avevano fatto alcune tappe intermedie prima di arrivare 4 giorni fa in un hotel della capitale italiana.

Il premier Giuseppe Conte ha annunciato la chiusura del traffico aereo da e per la Cina. Vi sarebbe un caso sospetto anche in Veneto: un minore del Trevigiano rientrato da un viaggio in territorio cinese. 

È invece passata la paura per i 6000 passeggeri della Costa Smeralda ferma al porto di Civitavecchia. Dopo lunghe ore di analisi è arrivata la notizia ufficiale del ministero italiano della Salute: i test per il coronavirus sono risultati negativi. La nave può partire venerdì. Fra i passeggeri presenti tra l’altro anche 63 cittadini svizzeri, come confermato dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Hotline in Svizzera

L’Ufficio federale della sanità pubblica ha attivato giovedì una speciale hotline telefonica per rispondere a domande e preoccupazioni della popolazione in merito al nuovo coronavirus apparso in Cina. Il numero è stato attivato alle 14.00 e dopo tre ore le chiamate erano circa 150.

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Facciamo chiarezza con il medico cantonale ticinese:

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