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Centinaia di fermi ai cortei anti-Putin

Folla di manifestanti e, in primo piano, agenti di polizia che brandiscono i manganelli in direzione dei dimostranti
Manifestazioni di oppositori si sono svolte in 23 città. Nessuna era stata autorizzata. Keystone

L'oppositore Alexei Navalny e almeno altri 1'600 dimostranti sono stati fermati dalla polizia sabato, a Mosca e in un'altra ventina di città russe, durante le manifestazioni contro il presidente Vladimir Putin.

È stato lo stesso Navalny a organizzare la protesta, intitolata “Per noi non è lo zar”, a due giorni dall’insediamento di Putin al Cremlino per il quarto mandato, meno di due mesi dopo il trionfo elettorale del leader russo alle presidenziali.

I fermati sarebbero 700 soltanto nella capitale, riferisce l’Ong Ovd-Info, secondo la quale fra di essi vi sono anche tre giornalisti che avevano al collo la Press card’. Due stazioni radiofoniche riferiscono di altri due giornalisti, loro collaboratori, fermati.

Altri persone sono state prelevate dalla polizia in 23 città tra le quali San Pietroburgo, dove sfilavano lungo la Prospettiva Nevsky e le forze dell’ordine avrebbero usato i manganelli contro i manifestanti.

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In piazza Pushkin a Mosca, un gruppo di nazionalisti pro-Cremlino del movimento Nod (Movimento di liberazione popolare) si è schierato in mezzo ai manifestanti anti-Putin, ha constatato l’agenzia Ansa sul posto. I gruppi si sono sfidati a colpi di slogan ma non si sono registrati scontri.

Il corteo era iniziato a Mosca attorno alle 14 locali nonostante il divieto delle autorità.

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