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Il Papa abolisce il segreto pontificio per i casi di abusi sessuali su minori

Un passo in più nella lotta contro gli abusi sessuali nella Chiesa stato compiuto martedì da Papa Francesco, che ha abolito il segreto pontificio su questi crimini, mantenendo comunque un minimo di confidenzialità.

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Le istruzioni firmate dal pontefice hanno come obiettivo quello di “precisare il grado di confidenzialità con il quale bisogna gestire le denunce e le informazioni riguardanti gli abusi sessuali” commessi da membri della Chiesa, spiega Juan Ignacio Arrieta, membro del consiglio pontificio per i testi legislativi citato in un comunicato.

Più diretto, l’ex presidente del Tribunale di Stato della Città del Vaticano, Giuseppe della Torre, afferma che Francesco “ha abolito il segreto pontificio per i casi di abusi sessuali”.

Il segreto pontificio (o Secreta continere) impone il silenzio a tutti gli appartenenti all’autorità ecclesiastica su materie ritenute di particolare importanza e gravità. Queste comprendono speciali documenti pontifici, l’attività della Congregazione per la dottrina della fede e le decisioni del consiglio per gli affari pubblici della Chiesa e, fino alla decisione di martedì, gli atti dei processi canonici.

Le associazioni delle vittime di abusi sessuali in seno alla Chiesa consideravano il segreto pontificio come uno dei principali strumenti di insabbiamento delle procedure.

In concreto, spiega Andrea Tornielli, direttore della comunicazione del Vaticano, “le testimonianze e i documenti processuali relativi ai casi di abuso conservati negli archivi dei Dicasteri vaticani come pure quelli che si trovano negli archivi delle diocesi, e che fino ad oggi erano sottoposti al segreto pontificio, potranno essere consegnati ai magistrati inquirenti dei rispettivi Paesi che li richiedano”.

Il Papa impone comunque una certa discrezione, esigendo che le informazione su queste vicende siano “trattate in modo da garantire la sicurezza l’integrità e la confidenzialità (…) al fine di proteggere la reputazione l’immagine e la vita privata di tutte le persone coinvolte”. 

Il pontefice ha anche decretato che la detenzione di materiale pedopornografico che mostra minori di 18 anni sarà d’ora in avanti considerato un grave delitto. Prima, il limite d’età era di 14 anni. 

Un’ulteriore modifica abolisce la norma secondo cui il ruolo di avvocato e procuratore, nelle cause per abusi in sede di Tribunali diocesani ed ex Sant’Uffizio, doveva essere adempiuto da un sacerdote. Ora potrà essere un laico.

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