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Raid a Falluja, uccisi 250 combattenti Isis

L'attacco della coalizione a guida USA non mette però fine alla lunga battaglia per la liberazione della città a ovest della capitale Bagdad

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In Iraq, la lunga battaglia per la liberazione di Falluja, a ovest della capitale Baghdad, non è ancora finita. Un raid aereo compiuto dalla coalizione a guida americana ha ucciso 250 combattenti dell’autoproclamato Stato Islamico, probabilmente in fuga verso il confine la Siria.

Un convoglio di almeno 40 veicoli, in fuga da Falluja, è stato l’obiettivo di un attacco dell’aviazione irachena. Sarebbero almeno 250 i miliziani dell’autoproclamato Stato Islamico morti nel raid. Secondo il ministero della Difesa iracheno i jihadisti, dopo la sconfitta subita dall’esercito regolare, avrebbero voluto raggiungere un territorio più sicuro della provincia di Anbar, al confine con la Siria.

Per alcuni analisti il blitz della coalizione, a guida americana, è stato condotto sulla scia dell’attentato di martedì all’aeroporto di Istanbul, in Turchia, la cui matrice fa pensare a un atto di terrore riconducibile al califfato.

La liberazione di Falluja, dopo cinque settimane di assedio, e due anni sotto il controllo dell’Isis, pur se strategicamente importante è costata moltissimo in termini di vittime civili. Decine di migliaia di persone sono state costrette a fuggire, mentre centinaia di uomini, sospettati di avere legami con lo Stato Islamico, sono stati arrestati.

È una città destinata a vivere senza pace Falluja, già tristemente nota per essere stata la roccaforte dell’insorgenza sunnita nel 2004 e per questo teatro di feroci battaglie, di cui si porta addosso i segni ancora oggi.

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