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I 27 dicono sì al Fondo per la ripresa

Si fa strada in Europa il compromesso proposto da Angela Merkel
Si fa strada in Europa il compromesso proposto da Angela Merkel per la ripresa. (c) Dpa-pool

Primo accordo parziale in Europa sulle ricette comuni per uscire dalla crisi innescata dalla pandemia.

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In una videoconferenza durata oltre 4 ore i capi di Stato e di governo hanno raggiunto giovedì pomeriggio un’intesa di massima sul Recovery Fund caldeggiato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.

Questo strumento finanziario innovativo va a sostituire gli eurobonds proposti con insistenza nelle scorse settimane dai paesi mediterranei, in particolare dall’Italia ma invisi dai paesi rigoristi del Nord Europa.

Si tratta solo di un primo passo che, dopo la sua messa a punto da parte della Commissione UE – che intende presentarlo già il prossimo 6 maggio -, dovrà essere accettato nel corso della prossima riunione del Consiglio europeo in agenda nel mese di giugno. Non sono state definite scadenze e importi di questa futura manovra condivisa ma si parla comunque di migliaia di miliardi di euro.

Il servizio del TG.

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Naturalmente vi sarà una contropartita. In proposito Berlino ha infatti chiesto ai paesi membri precisi impegni su tasse e spese pubbliche che dovranno mirare a una maggiore convergenza. Tecnicamente il Fondo per la ripresa si concretizzerà in prestiti e finanziamenti a fondo perduto ai singoli Stati, collegati al bilancio pluriennale dell’Unione Europea 2021-2027 che tra l’altro sarà dotato per un certo periodo di contributi più elevati da parte dei paesi membri.

Non vengono tecnicamente contemplati gli eurobond di cui si speculava alla vigilia ma il piano europeo che sarà definito nelle prossime settimane prevede anche l’emissione da parte della Commissione UE di titoli condivisi che non saranno poi tanto diversi dai primi.

“Una soluzione del genere era impensabile fino a poche settimane fa”, ha commentato soddisfatto il premier italiano Giuseppe Conte al termine della lunga maratona in videoconferenza.

Il Recovery Fund si aggiunge agli altri strumenti già decisi a livello comunitario che entro giugno vedranno la mobilitazione di 540 miliardi di euro: 240 provenienti dal Fondo salva-Stati (Mes) – e che saranno impiegati senza condizionalità in ambito sanitario -, 200 miliardi di crediti stanziati dalla Banca europea per gli investimenti in favore delle imprese e 100 miliardi erogati dal fondo Sure creato dalla Commissione Europea a sostegno dei sistemi di cassa integrazione.

Sulla portata degli interventi già decisi a livello UE l’opinione dei sindacati europei.


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