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Westminster boccia la Brexit senza accordo

Vista dall alto della Camera dei Comuni di Londra
Durante l'ora delle domande, la premier conservatrice May aveva risposto picche al leader laburista Corbyn e al suo 'piano B' per una Brexit "morbida". Keystone / Mark Duffy

La Camera dei Comuni ha bocciato mercoledì l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea senza un accordo che regoli la separazione e i rapporti futuri tra le parti. La mozione, radicalizzata da un emendamento, esclude il 'no deal' in qualunque circostanza.

Nell’incertezza, l’UE ha comunque accelerato i preparativi per affrontare lo scenario di un divorzio traumatico. 

Il Parlamento europeo ha varato mercoledì una serie di misure temporanee per garantire il minor disagio possibile a cittadini e imprese in alcuni ambiti: Erasmus, trasporti aerei, stradali e ferroviari, pesca, tutele sociali.

Statuto per i cittadini UE residenti

Londra, intanto, concretizza il suo impegno a garantire i diritti attuali a tutti i cittadini UE già residenti e registrati nel Regno Unito. 

Per chi non dispone dell’app online e di un sistema operativo android, i moduli cartacei per chiedere al ministero dell’interno il riconoscimento dello statuto speciale saranno disponibili da fine marzo.

Due emendamenti al voto

Prima dello scrutinio della mozione ‘no deal sì o no’, presentata dal governo dopo la seconda bocciatura martedì dell’accordo sulla Brexit patrocinato dalla premier Theresa May, sono stati ammessi al voto della Camera due emendamenti.

Il primo, approvato, è stato promosso trasversalmente da deputati conservatori moderati e laburisti ed esclude un’uscita del Regno Unito dall’UE in alcuna circostanza e in qualunque momento “senza un accordo di recesso e una cornice sulle relazioni future” ratificate.

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Il secondo, respinto, è stato invece presentato da conservatori pro e contro il divorzio e prevedeva un no-deal “gestito”, con l’impegno unilaterale britannico a mantenere lo status quo nelle relazioni con l’UE, per una transizione estesa fino al dicembre 2021 in attesa di un accordo finale.

Escluso il piano B laburista

In mattinata, durante l’ora delle domande ai Comuni, il leader laburista Jeremy Corbyn aveva rilanciato in un botta e risposta con Theresa May il suo piano B, invitando la premier a convergere sulla proposta di lasciare il Regno Unito nell’unione doganale e “allineata” al mercato unico.

May ha risposto picche, ricordando che pure il piano di Corbyn è stato bocciato dalla Camera e dicendosi certa che il popolo britannico voglia uscire dall’UE e anche dal mercato unico, garantendo al Regno la libertà di negoziare accordi di libero scambio con Stati terzi.

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