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L’Austria prolunga i controlli alla frontiera

Cinque uomini con gilet rilfettente con scritta Polizei controllano un auto e un autobus in un valico di frontiera
Le restrizioni erano scattate a metà marzo. L'Austria è stata tra i primi Paesi a filtrare i passaggi al confine [immagine d'archivio]. Keystone / Expa/johann Groder

Sono stati estesi fino al 31 maggio i controlli alle frontiere austriache introdotti per contrastare l'epidemia di coronavirus. La nuova ordinanza del ministero degli Interni prolunga oltre il 7 maggio le misure già in vigore: chi entra in Austria deve stare per due settimane in quarantena, a meno che non presenti l'esito di un test Covid-19 non più vecchio di quattro giorni. Ma si fanno sempre più insistenti le lamentele degli operatori turistici.
 

Il Telegiornale della RSI ci propone un servizio dal Bregenzerwald nel Vorarlberg, regione austriaca al confine con la Svizzera. 

Qui i complessi turistici immersi nella natura potranno riaprire a metà maggio, ma -a questo punto- senza ospiti stranieri o quasi. 

È su di essi che gli operatori puntano per recuperare in estate quanto perso sul finale di stagione invernale, ma finché non saranno riaperte del tutto le frontiere con la Germania, parte della clientela potrebbe ripiegare sulla Svizzera. C’è quindi anche un problema di concorrenza.

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L’Austria, che è stata tra i primi Paesi a introdurre severe misure anti-coronavirus e quindi tra i primi ad allentarle, è considerata da molti un modello nella gestione della crisi. Conta poco meno di 600 morti su oltre 155’000 contagi accertati.

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