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Dal G7 uno spiraglio per la crisi iraniana

Donald trump e emmanuel macron
A Biarritz Emmanuel Macron sembra essere riuscito a riportare un po' di unità in seno al G7. Keystone / Mick Tsikas

Il presidente statunitense Donald Trump si è detto pronto ad incontrare il suo omologo iraniano Hassan Rohani se si creano le "circostanze giuste".

Il pressing di Emmanuel Macron – che a Biarritz ha invitato a sorpresa il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif – sembra avere dato qualche frutto. Al termine del vertice tra i capi di Stato e di Governo di quelli che fino ad alcuni fa erano i paesi più ricchi del mondo, il presidente francese ha dichiarato che durante il G7 sono state “create le condizioni di un incontro” nelle prossime settimane tra Donald Trump e Hassan Rohani.

Affiancato dall’inquilino della Casa Bianca durante la conferenza stampa finale del summit, Macron ha precisato che “nulla è stato ancora risolto, ma abbiamo fatto progressi veri, le discussioni sul piano tecnico sono iniziate” e ha sottolineato che Teheran “deve rispettare i suoi obblighi nucleari”.

Donald Trump – che ha abbandonato l’accordo nucleare siglato con Teheran nel 2015 – ha dal canto suo ritenuto realistico prendere in considerazione una simile riunione nelle prossime settimane, “se le circostanze sono giuste”.

L’annuncio è stato accolto con soddisfazione dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha parlato di “grande passo in avanti”.

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Unità ritrovata

Più in generale il vertice del G7 di Biarritz è stata un’occasione per i dirigenti di USA, Canada, Francia, Gran Bretagna, Italia, Germania e Giappone di mostrare una certa unità, almeno di facciata, dopo l’incontro di un anno fa in Canada, durante il quale Trump aveva rifiutato di firmare il comunicato finale e aveva snobbato Justin Trudeau.

Nella località sulla costa basca, Macron è riuscito a ricreare un clima più consensuale. Lo stesso Trump ha parlato di “due giorni e mezzo di grande unità”.

Uno degli altri grandi temi in discussione era la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e anche in questo caso Trump ha lanciato qualche segnale di distensione, annunciando che i negoziati con Pechino “riprenderanno molto presto”.

L’analisi dell’inviato della RSI a Biarritz:

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Venti milioni per l’Amazzonia

Il G7 ha inoltre promesso 20 milioni di dollari in aiuti d’emergenza per inviare in Brasile degli aerei al fine di combattere contro gli incendi che stanno devastando l’Amazzonia.

I sette hanno inoltre deciso di creare uno strumento d’aiuto a medio termine per la riforestazione e che dovrebbe essere finalizzato durante l’Assemblea generale dell’Onu a fine settembre.

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