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Dopo le elezioni, è tempo di bilanci

gruppo di persone con le braccia in aria mentre giubila
I Verdi avevano tutte le ragioni di festeggiare. Keystone / Peter Klaunzer

Due settimane dopo le elezioni federali, ben tre partiti si sono riuniti in assemblea per una prima analisi dei risultati e per definire la strategia da seguire per la prossima legislatura.

A Berna i delegati dei Verdi hanno riservato una standing ovation alla presidente Regula Rytz, festeggiando la grande vittoria elettorale del 20 ottobre scorso. In attesa dei risultati del secondo turno per le elezioni al Consiglio degli Stati, il Partito ecologista svizzero – che conta almeno 30 parlamentari su 246 – ha quasi triplicato la sua deputazione.

Il successo significa anche maggiore responsabilità, ha sottolineato Regula Rytz, cha ha ribadito la sua richiesta di avere un rappresentante verde in Governo. “Con la nostra vittoria ora facciamo politica nella stessa lega di partiti di governo come il Partito liberale radicale e il Partito popolare democratico”. Per avere una risposta, bisognerà attendere dicembre, quando l’Assemblea federale (le due Camere del Parlamento riunite) eleggerà i membri del Governo.

“Perdite da analizzare senza tabù”

Se a Berna si festeggiava, a Niederglatt, nel cantone Zurigo, l’ambiente era un po’ più mesto. I delegati dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice) hanno preso atto delle “perdite dolorose” di seggi – le parole sono del presidente Albert Rösti – alle elezioni federali.

Il partito resta di gran lunga la prima forza del paese, ha ricordato ancora una volta Rösti. Tuttavia, il calo registrato (-3,8% e 12 seggi in meno) va analizzato “senza tabù”, per capire “dove sono stati commessi errori e quali misure devono essere adottate”.

Il presidente dell’UDC ha inoltre fatto notare che le perdite maggiori sono avvenute nelle sezioni in preda a dispute interne, dove i membri non sono in linea con il partito e non lavorano abbastanza. “Questi atteggiamenti sono vergognosi” e devono essere evitati in futuro, ha messo in guardia, sottolineando come gli interessi del partito debbano sempre venire prima di quelli personali.

A causa dello spostamento di forze in parlamento, l’UDC dovrà far capo alle votazioni popolari per raggiungere i suoi obiettivi, secondo Albert Rösti. Il messaggio di oltre un quarto degli elettori è a suo avviso chiaro: la libertà della Svizzera deve essere preservata, l’immigrazione deve essere frenata e le nuove tasse devono essere evitate con un referendum contro la nuova legge sul CO2.

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Un partito quasi scomparso

A non sorridere per nulla è pure il Partito borghese democratico (PBD, centro), rimasto con soli tre parlamentari (quattro in meno rispetto alla precedente legislatura). Il partito nato nel 2007 in seguito a una scissione all’interno dell’UDC non conta ormai quasi più nulla e non potrà neppure formare un proprio gruppo parlamentare.

Fa particolarmente male – ha dichiarato il presidente Martin Landolt – perché le posizioni e i valori del PBD meritavano di essere presi in considerazione.

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