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La riforma della pensione penalizza le donne

Una coppia anziana, ripresa di schiena, seduta su una panchina
Con la riforma, secondo l'Unione sindacale, non si garantisce un futuro ai pensionati. Keystone / Sebastian Kahnert

Secondo l'Unione sindacale svizzera allo stadio attuale la maggior parte dei lavoratori attivi rischia di ritrovarsi in pensione senza un reddito sufficiente. Per questo motivo nella futura riforma "Avs21", la pensione non va ridimensionata ma sviluppata.

L’Unione sindacale svizzera (Uss) critica fortemente la decisione della Commissione della sicurezza sociale del Consiglio degli Stati [il senato elvetico] di sostenere l’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile per le donne previsto dalla riforma “Avs 21” del Consiglio federale.

Secondo Gabriela Medici, segretaria centrale dell’Uss, “una riforma dell’Avs [così si chiama la pensione svizzera] può avere successo solo se risponde alle difficoltà specifiche che conoscono oggi le donne in materia di pensionamento, e se porta progressi significativi”, ha dichiarato in una conferenza stampa tenutasi oggi, stando al testo del suo discorso.

Rendite in “caduta libera”

L’Uss deplora anche che le rendite delle casse pensione [il Tfr italiano] siano “in caduta libera” da un decennio. “Se non cambiamo rotta, le pensioni continueranno a diminuire”, ha ammonito Aldo Ferrari, vicepresidente del sindacato Unia, citato nel comunicato.

Gabriela Medici insiste anche sul fatto che sono le donne ad essere le più svantaggiate. Oltre 140’000 pensionate hanno dovuto ricorrere alle prestazioni supplementari dell’Avs nel 2019, il doppio rispetto agli uomini. Le divorziate e le vedove sono le più toccate.

Previdenza offra “prospettiva di prosperità”

L’Uss fa notare che allo stadio attuale la maggior parte dei lavoratori attivi rischia di ritrovarsi in pensione senza un reddito sufficiente. “Torneremo quindi al tempo in cui era normale che vecchiaia e povertà andassero di pari passo”, ha detto il presidente dell’Uss Pierre-Yves Maillard. La previdenza dovrebbe invece offrire “una prospettiva di prosperità per tutti”.

Per l’Uss, una diminuzione delle prestazioni sarebbe “un’assurdità economica”, dato che implicherebbe un calo del potere d’acquisto per tutti. Maillard domanda poi che al termine della crisi attuale vengano concessi aumenti salariali. “Negli ultimi anni c’è stata una stagnazione proprio durante un boom economico”, ricorda il vodese.

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Soldi della Banca Nazionale per finanziare la pensione

L’Uss vorrebbe inoltre che almeno una parte degli utili della Banca nazionale svizzera (Bns) vengano versati all’Avs. La Bns dispone di 84 miliardi di riserve destinati alla futura distribuzione degli utili. “Costituzionalmente, questi soldi appartengono alla Confederazione e ai Cantoni, e sarebbero più che sufficienti per sostenere l’Avs invece di pianificare una riduzione delle prestazioni nel mezzo di una crisi”, ha fatto notare Pierre-Yves Maillard.

Il servizio del telegiornale:

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tvsvizzera.it/fra con RSI


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