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Revocata l’immunità al procuratore generale

Primo piano di uomo brizzolato con abiti formali ed espressione pensierosa; sul fondo bianco, scritte non leggibili
Ha evitato la destituzione (dando le dimissioni), ma non il procedimento penale. Immagine d'archivio. Keystone / Peter Klaunzer

Il procuratore generale della Confederazione uscente Michael Lauber dovrà rispondere davanti alla giustizia dei suoi incontri non verbalizzati né documentati con il presidente della Federazione internazionale di calcio (FIFA) Gianni Infantino. Le competenti commissioni del Consiglio degli Stati e del Consiglio nazionale (camera alta e bassa del Parlamento svizzero) hanno deciso di revocargli l'immunità.

Stefan Keller, il procuratore federale straordinario che si occupa del caso degli incontri segreti, vorrebbe perseguire Lauber per abuso di autorità, violazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento e istigazione a tali atti. A fine luglio aveva quindi presentato una richiesta alla Commissione affari giuridici degli Stati (CAG-S) e alla Commissione d’immunità del Nazionale (CDI-N) perché gli fosse tolta l’immunità. La prima l’aveva accolta lo scorso 11 agosto, la seconda lo ha fatto lunedì.

Keller rileva che allo stato attuale restano oscuri i reali scopi degli incontri tra Lauber, Infantino e il procuratore generale dell’Alto Vallese Rinaldo Arnold. Non potendo escludere un obiettivo rilevante dal profilo penale, sostiene il procuratore straordinario, si deve promuovere un procedimento giudiziario.

Per la CDI-N, è “nell’interesse del Ministero pubblico della Confederazione in quanto istituzione che i fatti legati agli incontri”, cui Lauber ha partecipato “nella sua funzione ufficiale”, “possano essere chiariti a fondo e giudicati nel quadro di un procedimento penale”. È la prima volta che viene revocata l’immunità a un procuratore generale.

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“Natura punibile dubbia”

Michael Lauber, interpellato dall’agenzia Keystone-ATS, si è limitato a dire di aver preso atto della decisione delle Commissioni. In precedenza, aveva fatto notare che l’Autorità di vigilanza del Ministero pubblico della Confederazione (AV-MPC), il Tribunale penale federale e il Tribunale amministrativo federale hanno tutti investigato sugli incontri con Infantino e non hanno rilevato elementi per un procedimento penale. Se la natura punibile di un comportamento è dubbia, aveva sostenuto, l’immunità non dovrebbe essere tolta per garantire il buon funzionamento del Ministero pubblico.

L’AV-MPC aveva imposto al procuratore generale una sanzione disciplinare -una riduzione salariale dell’8% per un anno, pari a 23’827 franchi- per aver infranto diversi d’ufficio dichiarando il falso, agendo in modo sleale e violando in modo “gravemente negligente” il codice di condotta dell’MPC. Contro tale decisione è pendente un ricorso di Lauber al Tribunale amministrativo federale.

La sfiorata destituzione

Nel frattempo, sono emersi anche altri presunti contatti tra la FIFA e gli inquirenti federali. La pubblicazione di uno scambio di e-mail sulle intenzioni di Gianni Infantino nella primavera 2016 e la prescrizione del primo processo FIFA, avvenuta lo scorso 27 aprile, hanno convinto la Commissione giudiziaria dell’Assemblea federale ad avviare un procedimento di destituzione contro Lauber, il quale travolto dal caso ha finito col presentare le dimissioni. Lascerà l’incarico a fine mese.

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