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Contro-iniziativa sull’immigrazione

"Fuori dal vicolo cieco" vuole annullare l'esito della votazione del 9 febbraio nell'ipotesi che vengano denunciati gli accordi bilaterali con l'Unione Europea

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Gli svizzeri devono poter tornare alle urne nel caso in cui i contingenti di stranieri fissati in votazione popolare lo scorso 9 febbraio pregiudicassero gli accordi bilaterali con l’Unione europea. È quanto chiede una sorta di contro-iniziativa popolare denominata “Usciamo dall’impasse” lanciata da un gruppo di personalità di estrazione trasversale della società civile e presentata in conferenza stampa oggi a Berna.

Salvaguardare la via bilaterale

Se la via bilaterale risultasse definitivamente compromessa, sostengono i promotori, con la denuncia delle intese concordate con Bruxelles, bisogna dare la possibilità ai cittadini di tornare sulla decisione presa in febbraio. In caso contrario, se l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa non ponesse problemi di compatibilità con gli accordi bilaterali, il gruppo promotore, che deve raccogliere 100’000 firme entro il 2 giugno 2016, è disposto a ritirare la sua proposta.

Personalità della società civile

Il comitato è formato da un gruppo di cittadini non legati ad alcun partito politico ed è sostenuto da circa 300 personalità del mondo della formazione, della scienza, del lavoro e della cultura.

Vi figurano, ad esempio, il rettore designato dell’Università di Ginevra Yves Flückiger, l’artista Pipilotti Rist, l’ex direttore di Pro Helvetia Bernard Cathomas, l’ex calciatore Andy Egli, l’ex presidente del Tribunale federale, Giusep Nay, il clown Dimitri nonché il professore di storia Georg Kreis.

L’iniziativa è appoggiata anche dal Sindacato dei servizi pubblici (SSP/VPOD) e dall’associazione swisscleantech.

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L’iniziativa non raccoglie molti favori in parlamento. Le reazioni.

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