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Vallese, un badge contro il lavoro in nero

La lotta contro il lavoro illegale in Vallese è a una svolta... tecnologica. L’Associazione degli impresari del cantone (AVE) ha introdotto un sistema di tessere elettroniche per controllare il rispetto delle regole da parte delle imprese edili.

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Il badge è una sorta di carta di identità professionale. Permette di verificare rapidamente se il lavoratore è in possesso di un regolare contratto di lavoro e se i suoi contributi sociali sono stati pagati, ha spiegato giovedì il direttore dell’AVE Serge Métrailler consegnando le prime tessere. 

Attualmente, una cinquantina di imprese di costruzione vallesane si sono impegnate ad adottare questo strumento di controllo. L’hanno fatto su base volontaria. Secondo Métrailler si tratta di una prima tappa per dimostrare che il sistema funziona ed è facile da introdurre. L’AVE auspica che questo tipo di tecnologia diventi obbligatoria. 

Concretamente, agli ispettori basterà controllare la tessera elettronica di un lavoratore con uno smartphone collegato a un database. Potrà quindi sapere in tempo reale se l’impiegato è in regola. Un lavoro che altrimenti richiederebbe un lungo iter burocratico con la compilazione di un formulario per ogni impiegato controllato. 

L’idea del badge è stata lanciata a livello nazionale ma la sua realizzazione prende tempo. La Svizzera francese è stata la più rapida. Oltre al Vallese, è già stata introdotta nel canton Vaud e parzialmente a Friburgo. Idealmente, la misura dovrebbe essere introdotta a livello federale permettendo di lottare più efficacemente contro il lavoro nero, pratica che genera ogni anno una perdita finanziaria annua di 1,2 miliardi di franchi nel solo Vallese.

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