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Una nuova stagione nei rapporti tra Svizzera-Ue

Tutti i dossier aperti tra Unione europea e Svizzera sono stati sbloccati: è quanto hanno annunciato giovedì la presidente della Confederazione Doris Leuthard, in visita a Bruxelles, e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. In tutti settori, ha spiegato la consigliera federale, saranno nuovamente avviati negoziati tecnici.

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Secondo Doris Leuthard, la legge che impone il principio della “preferenza per i lavoratori indigeni” in Svizzera – varata per dare seguito all’iniziativa ’Contro l’immigrazione di massa’, lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e approvata dal popolo il 9 febbraio  2014 – entrerà in vigore il 1° gennaio 2018.

Jean-Claude Juncker ha osservato che la formulazione rispetta il principio della libera circolazione e ha invitato a “non mescolare” i negoziati tra l’Ue e la Svizzera con quelli per la Brexit, poiché la Confederazione “fa parte del mercato unico”, mentre il Regno Unito “punta a un accordo di libero scambio”.

Berna, intanto, ha accettato il riavvio delle trattative su quelli che ha definito “pomi della discordia”, in particolare il cosiddetto “accordo quadro istituzionale” che implica l’accettazione da parte della Svizzera della giurisdizione della Corte di Giustizia europea e quello sulle regole per gli aiuti di Stato.

Nella conferenza stampa comune a Bruxelles, Doris Leuthard ha sottolineato che la Svizzera è il terzo partner commerciale dell’Unione europea, e che la bilancia commerciale è favore di Bruxelles per 21 miliardi di euro l’anno.

Dal canto suo, Jean-Claude Juncker ha dichiarato che “non ci sono diktat” e che per verificare lo sviluppo del negoziato ci saranno due nuovi faccia a faccia, in estate e in occasione di una visita in Svizzera “a fine autunno”. Tali incontri serviranno a fare il punto in vista di un accordo generale da concludere “nei prossimi mesi e anni”.

Juncker ha descritto come “rispettoso” l’atteggiamento dell’Ue nei confronti della Confederazione. “Non facciamo ricatti alla Svizzera né a nessun altro”, ha risposto a una specifica domanda.

Leuthard, da una parte, ha osservato che “qualche Stato membro non riconosce l’importanza della Svizzera”, ma ha assicurato che se ci saranno gli attesi progressi positivi nei negoziati “è interesse della Confederazione” sbloccare il contributo da un miliardo di euro ai fondi per la coesione europei.

Il nostro corripondente da Bruxelles Tomas Miglierina

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