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Un morto su tre da coronavirus dimenticato dalle statistiche

Due impiegati delle pompe funebri portano via una vittima del covid-19 dall ospedale di Losanna.
I morti da Covid-19 sono molti di più di quanto annunciato ufficialmente. Keystone / Jean-christophe Bott

Quanto sono reali i dati forniti giornalmente sui decessi legati al Covid-19? In Svizzera, in Italia come in altri paesi europei, le vittime della pandemia sono sottostimate. I dati di un recentissimo studio condotto in Italia dall'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), dateci in anteprima per la Svizzera, parlano di forti discrepanze tra decessi ufficiali e decessi reali.

Giornalmente, come fosse un bollettino di guerra, i diversi paesi rendono pubblici i dati aggiornati della pandemia: contagiati, guariti e morti. Dati raccolti dalla Johns Hopkins UniversityCollegamento esterno di Baltimora. Le cifre ufficiali dei decessi comunicate dalle autorità non coincidono però con i dati statistici.

Ci spieghiamo meglio. Uno dei migliori strumenti per verificare le conseguenze della pandemia è analizzare il cosiddetto “eccesso di mortalità” (ovvero lo scarto tra tutti i decessi registrati in un determinato periodo di tempo, e quelli attesi dalle statistiche in base alle tendenze storiche dello stesso periodo). Visto che la mortalità viene costantemente monitorata in tutti i paesi, se durante un certo periodo questi morti aumentano sensibilmente rispetto alla media degli ultimi anni, questo significa che siamo in presenza di un evento speciale, come una forte ondata di influenza. Oggi questo eccesso di mortalità è legato alla pandemia da coronavirus. Ecco i dati della Svizzera:

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Il numero di morti nel periodo considerato nel 2020 è decisamente superiore alla media dello stesso periodo degli ultimi cinque anni. Secondo logica dovrebbero essere tutte vittime del Covid-19. Ecco però un fatto “anomalo”: se paragoniamo l’eccesso di mortalità (1’347 morti) ai decessi dovuti al Covid-19 (1’008) vediamo che 339 morti sono di natura “inspiegabile”.  

Secondo lo studio dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionaleCollegamento esterno) l’attuale eccesso di mortalità è decisamente superiore ai morti attribuiti al Covid-19. In breve, i dati giornalieri pubblicati in Svizzera dall’Ufficio federale di sanità pubblicaCollegamento esterno e in Italia dalla Protezione civileCollegamento esterno, non corrispondono ai dati dell’Ufficio federale di statisticaCollegamento esterno (Svizzera) e dell’Istituto nazionale di statisticaCollegamento esterno (Italia). 

Siamo d’innanzi ad una forte discrepanza. Va detto che la causa della morte non è sempre semplice da attribuire. Inoltre, non tutti i morti sono stati “tamponati”. Da ultimo ci possono essere lievi ritardi nell’elaborazione dei dati. L’anomalia però rimane. Ecco i dati svizzeri e di seguito quelli italiani: 

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I numeri cambiano ovviamente a causa della differenza di popolazione tra i due paesi. La sottostima in Italia è di 5’547 morti, in Svizzera di 339. Ma i dati in percentuale sono simili e ricordano ancora una volta la discrepanza più volte sottolineata. Possiamo dunque parlare di anomalia? “Si – risponde Matteo Villa che ha condotto lo studio dell’Ispi– un’anomalia comune a tutti i paesi, però. Anche se alcuni sono stati più bravi di altri a tracciare la malattia”. 

Siamo sicuri che questi morti siano tutti vittime del Covid-19? Anche in questo caso Matteo Villa è abbastanza sicuro: “Su grandi realtà come quella lombarda o italiana siamo sicuri che questi morti siano stati vittime del coronavirus. In realtà più piccole come il Canton Ticino, dove il controllo è maggiore, è possibile che alcuni morti statisticamente rilevati come ‘Eccesso di mortalità’ siano state vittime di altre cause. Comunque sono tutte morti in eccesso avvenute durante la pandemia. L’anomalia rimane”. 

Motivi dell’anomalia?

A cosa è dovuta questa forte discrepanza? Da dove viene questa differenza? In Europa generalmente un morto su tre sfugge alle statistiche legate al coronavirus.

L’Ufficio federale della sanità pubblica – interpellato dai nostri colleghi svizzero francesiCollegamento esterno – assicura di ricevere tutti i casi di decessi legati a Covid-19. Tuttavia, lo stesso Ufficio federale afferma di non essere in grado di spiegare questa differenza. Eppure, è proprio su queste cifre che la Confederazione – tramite l’Ufficio federale di sanità pubblica – definisce la sua strategia per affrontare la crisi e uscirne. Sarebbe dunque importante che si decida su dati certi.

Anche perché a partire dai morti, ci ricorda Matteo Villa, “statisticamente possiamo fare il discorso inverso e trovare il numero delle persone realmente contagiate. Oggi sappiamo che il coronavirus ha un tasso di letalità attorno all’1,6%. In Svizzera i morti ufficiali da coronavirus sono circa 1’600: i contagiati dovrebbero dunque essere circa 100’000. Secondo i dati ufficiali, i contagiati sono meno di 30’000. Dunque circa 70’000 persone sono contagiate senza saperlo”. Questo dato è confermato da uno studio Collegamento esternocondotto nel Canton Ginevra. Se poi prendiamo i dati legati all’eccesso di mortalità i numeri salgono ulteriormente.

Come detto, queste discrepanze non sono solo svizzere o italiane. Tutti i paesi considerati dallo studio rivelano lo stesso problema. Chi più, chi meno. Mancano i dati tedeschi: “La Germania – sottolinea Matteo Villa – non comunica i dati necessari a eseguire il calcolo che ci permette di arrivare a scoprire la differenza tra eccesso di mortalità e morti da Covid-19”.

Come si potrà notare dal grafico seguente, i dati prendono in considerazione periodi leggermente diversi: “Bisogna sapere – conferma Matteo Villa – che per avere un ‘dataset’ paragonabile, non è possibile prendere i numeri aggiornati dell’ultimo minuto, anche perché ogni paese raccoglie i dati in modo diverso. Il confronto fatto da noi per periodi leggermente differenti è più attendibile statisticamente”. 

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Un dato interessante, sottolinea Matteo Villa “è che la differenza in percentuale tra i morti ufficiali dovuto al Covid-19 e l’eccesso di mortalità si attesta attorno al 35% nei diversi paesi. Significa grossomodo che un morto su tre sfugge alle statistiche ufficiali”. Non in linea per contro i dati di Paesi Bassi e Regno Unito che si differenziano notevolmente dalle statistiche degli altri paesi europei.

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A cosa è dovuta questa differenza?

“Visti i dati – chiarisce Matteo Villa – per Gran Bretagna e Olanda possiamo dire che c’è stata sicuramente una sottovalutazione del problema, inizialmente anche volontaria: questo significa aver fatto pochi test, conteggiato unicamente i morti in ambito ospedaliero, posticipato la trascrizione dei dati”.

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“Per gli altri paesi – continua Matteo Villa – il discorso è diverso. Si tratta di una nuova malattia, inizialmente difficile da tracciare. Alcune omissioni ci saranno anche state. Sicuramente non c’è stata nessuna volontà politica. Comunque tutti i paesi più o meno mostrano gli stessi dati: c’è una base che è sfuggita a tutti”.  

Il dato che preoccupa maggiormente è che non sappiamo neppure quante persone siano contagiate nel mondo. Se davvero il virus uccide l’1,6% dei malati, questo significa che in Italia ci sono almeno 1,6 milioni di contagiati e non i poco meno dei 200’000 segnalati ufficialmente. “Possiamo sicuramente dire senza paura di essere smentiti – conferma Matteo Villa – che in Italia, come nella maggior parte del mondo, è stato perso di vista il numero dei contagiati”.

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Queste discrepanze verranno spiegate nei prossimi mesi o comunque a emergenza rientrata? “Non credo proprio – conclude Matteo Villa – i numeri non possono essere manipolati. Siamo noi studiosi a dover trovare e dare i numeri reali di questa pandemia”. 


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