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Ottimismo da parte della Banca Nazionale

Il presidente della Banca Nazionale.
Quanto all'evoluzione congiunturale, il presidente della BNS mostra un prudente ottimismo per il 2021 e 2022. Keystone / Anthony Anex

Il presidente della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan si è detto cautamente ottimista sull'evoluzione della congiuntura elvetica quest'anno e il prossimo. Per il fallimento dell'accordo quadro con l'Unione europea addossa la colpa alla politica.

“È compito della politica delineare le relazioni economiche con l’Europa”, afferma Jordan in un’intervista pubblicata oggi dalla “Schweiz am Wochenende”. “L’Europa è e resta molto importante per l’economia elvetica.”

Quanto all’evoluzione congiunturale, il presidente della BNS mostra un prudente ottimismo per il 2021 e 2022, “ma non posso pronosticare tempi d’oro”. L’incertezza resta elevata, sia a causa della pandemia che della ripresa dell’economia mondiale.

“Lo scorso anno in Svizzera abbiamo avuto la maggiore contrazione economica dagli anni ’70, a livello globale perfino la maggiore dalla Seconda guerra mondiale”, ricorda Jordan.

Nella Confederazione nel corso di quest’anno il prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe tornare sui livelli di fine 2019. “Diversi rami si trovano già in una situazione molto buona, altri continuano a soffrire, come il turismo, il settore degli eventi, la ristorazione, i centri sportivi, eccetera. Qui la ripresa richiede più tempo.”

Soffermandosi sul mercato immobiliare, il presidente della BNS sostiene che “complessivamente (…) resta un fattore di incertezza che teniamo d’occhio”. In Svizzera i valori di stima degli immobili sono stroppo elevati. Le banche non dovrebbero correre rischi troppo grandi nella concessione di crediti e gli acquirenti devono tenere presente che i tassi d’interesse potrebbero tornare a salire. In tal caso, secondo Jordan, i prezzi potrebbero di nuovo diminuire.

Uno dei motivi delle elevate valutazioni sono i bassi tassi d’interesse: negli ultimi trent’anni sono scesi continuamente e ciò rende più facile ripagare le ipoteche. “Molte persone possono così permettersi ipoteche più elevate, cosa che ha per effetto l’incremento del prezzo degli immobili”, spiega il presidente della BNS. Ma giocano un ruolo anche altri fattori.

No si può escludere che la domanda di stabili di uffici cali se anche dopo l’epidemia molte persone continueranno a lavorare da casa. Qualora la domanda diminuisse e l’offerta restasse alta – afferma – si potrebbe giungere a una correzione in questo segmento.

Forse però gli spazi nelle città verranno utilizzati in altra maniera: gli uffici diventeranno appartamenti, e la domanda di abitazioni dovrebbe restare elevata. “Ma al momento non osserviamo grandi movimenti e non vediamo indizi di un cambio di rotta repentino”, sostiene Jordan ribadendo che il livello dei tassi d’interesse resta estremamente basso.

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tvsvizzear,it/fra con RSI

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