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Trimestre da record per la Banca nazionale svizzera

La Banca nazionale svizzera (BNS) ha realizzato un utile di 33,7 miliardi di franchi nei primi nove mesi dell'anno. Nel solo terzo trimestre l'utile è stato di 32,5 miliardi, una cifra record, indica l'istituto di emissione. 

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La BNS ha in particolare approfittato dell’indebolimento del franco, dell’aumento del prezzo dell’oro e della buona tenuta dei mercati azionari.

Lo stock d’oro ha generato un plusvalore di 2,3 miliardi di franchi. Un utile di 30,3 miliardi risulta dalle posizioni in valute estere. Le posizioni in franchi, dal canto loro, hanno fruttato un utile di 1,5 miliardi, precisa la Banca nazionale, che nel primo semestre aveva registrato un utile di 1,21 miliardi di franchi soltanto, contro i 21,3 miliardi di un anno prima.

L’anno scorso, dopo nove mesi, la BNS aveva annunciato un utile di 28,7 miliardi. Il suo risultato dipende essenzialmente dall’evoluzione dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali. Per queste ragioni forte fluttuazioni sono la regola ed è difficile trarre deduzioni per i risultati finali dell’esercizio in corso, rammenta l’istituto.

L’utile della BNS suscita bramosie da parte dei beneficiari. Secondo la nuova convenzione conclusa per il periodo 2016-2020 e annunciata nel novembre dell’anno scorso, il versamento agli enti pubblici è tuttavia limitato a un tetto massimo di 2 miliardi di franchi, un terzo per la confederazione e due terzi per i cantoni.

Di regola, prevede la convenzione, si procede a una distribuzione dell’utile alla Confederazione e ai Cantoni se la riserva per future ripartizioni presenta un saldo positivo. Come negli anni precedenti, l’importo da ripartire ammonta a un miliardo di franchi. La novità è che ora le distribuzioni sospese o ridotte saranno compensate negli anni successivi, “purché la riserva per future ripartizioni lo consenta”. L’importo della distribuzione viene inoltre aumentato fino a 2 miliardi di franchi se la riserva per future ripartizioni supera il valore di 20 miliardi.

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