Il sesso rimarrà indicato nei registri delle nascite e di stato civile
Il Tribunale federale ha accolto giovedì all'unanimità un ricorso contro una decisione della giustizia argoviese che aveva consentito a una donna di cancellare la menzione di genere da questi documenti.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
“Il sesso è uno degli elementi dello stato civile disciplinati dalla legge e la sua menzione rientra nei principi svizzeri sulla tenuta dei registri”, ha ricordato nel corso di una seduta pubblica la seconda Corte di diritto civile del Tribunale federale (TF), la più alta istanza giudiziaria svizzera.
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Quando l’anno scorso è entrata in vigore la revisione dell’articolo del Codice civile sull’iscrizione del sesso, il legislatore ha deciso di attenersi al sistema binario (maschio/femmina) e ha rifiutato la possibilità di rinunciare alla menzione del sesso. Il Parlamento ha espressamente respinto tale omissione, mentre la Germania, ad esempio, l’ha consentita.
Nessuna lacuna nella legge
Allo stato attuale, non ci sono lacune nella legge che il TF possa colmare, ha sottolineato la giudice relatrice. Spetterà al Parlamento occuparsi degli interventi depositati a Berna per il riconoscimento delle persone non binarie.
La Corte ha sottolineato che, a eccezione della Germania, dove la persona interessata ha ottenuto un cambio di nome e la cancellazione della menzione del genere dai registri, la maggior parte dei sistemi giuridici si basa sul principio binario.
In una recente sentenza, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto un ricorso contro il rifiuto della Francia di accogliere lo stralcio del genere, ha sottolineato la relatrice. I giudici di Strasburgo hanno ritenuto che, in assenza di un consenso europeo, si trattasse di una “scelta di società a discrezione dello Stato”. Hanno quindi negato qualsiasi violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare.
Uno dei giudici ha sottolineato che la distinzione tra uomo e donna ha senso in molti settori, tra cui l’esercito e lo sport. Ha citato il caso dell’atleta sudafricana Caster Semenya, il cui ricorso contro la Federazione internazionale di atletica leggera è stato respinto dal TF nel 2020.
Il caso discusso giovedì riguardava una donna del Canton Argovia domiciliata a Berlino. Su presentazione di un certificato medico, nel 2019 ha ottenuto dalle autorità tedesche la modifica del suo nome di battesimo da femminile a maschile e la rimozione di tutti i riferimenti al suo sesso.
Le autorità del suo Cantone d’origine hanno riconosciuto solo parzialmente queste modifiche. Il cambio di nome è stato accettato, mentre la cancellazione del genere è stata rifiutata. La seconda richiesta è però stata accolta dal Tribunale d’appello argoviese. È contro questa decisione che il Dipartimento federale di giustizia e polizia si è appellato al TF.
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