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Le protesi dello scandalo

Un'inchiesta internazionale, denominata "Implant Files", ha scosso negli scorsi giorni il settore della sanità, portando alla luce i difetti mortali di milioni di protesi in tutto il mondo. Nonostante questo scandalo, la Svizzera non deve cedere al panico: secondo Swissmedic sono già stati studiati provvedimenti per aumentare la sicurezza dei pazienti.

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L’investigazione giornalistica che ha fatto emergere l’inquietante scenario e le lacune del sistema dei controlli è stata frutto di un lavoro di squadra condotto da 59 media in 36 Paesi. Le cifre raccontano un preoccupante aumento degli incidenti legati a dispositivi medici quali ad esempio pacemaker, protesi al seno, all’anca, alla spalla o al ginocchio, pompe per insulina ma pure defibrillatori.

I casi sarebbero milioni, sparsi in ogni angolo del pianeta. Tra i media svizzeri, il Tages-Anzeiger lamenta studi clinici insufficienti, tempistiche per la messa in commercio dei prodotti spicce e controlli non statali, bensì effettuati da privati. Dal canto loro, 24 heures e La Tribune de Genève pubblicheranno nei prossimi giorni i risultati delle loro ricerche in Svizzera.

Tuttavia, secondo Swissmedic (l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici), non vi è motivo di farsi prendere dall’angoscia. “Chi ha un impianto nel proprio corpo non deve avere paura”, ha dichiarato Bernhard Bichsel, capo della divisione “dispositivi medici”, ricordando che numerosi apparecchi funzionano perfettamente e in tutta sicurezza.

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