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Leggi più dure contro il terrorismo

giacca di polizia
Undici persone, tra cui cinque minorenni, sono state fermate martedì dalla polizia in tre cantoni della Svizzera tedesca, poiché sospettate di sostegno ad organizzazioni terroristiche. Keystone

L'operazione antiterrorismo condotta martedì in alcuni cantoni della Svizzera tedesca dimostra ancora una volta che la Svizzera non è al riparo da questa minaccia. Per prevenirla, il Governo intende inasprire le misure di polizia.

Nell’operazione scattata mercoledì nei cantoni di Zurigo, Berna e Sciaffusa, la polizia ha fermato undici persone, tra cui cinque minorenni, sospettate di partecipazione a un’organizzazione criminale e di violazione dell’articolo della legge federale che vieta i gruppi “al Qaida” e “Stato Islamico”. Uno degli imputati è una persona rientrata in Svizzera, dove è già stata condannata in via definitiva per sostegno all’Isis.

Per contrastare meglio la minaccia jihadista, nel maggio scorso il Governo svizzero ha presentato una modifica della Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismoCollegamento esterno.

Ai domiciliari anche senza procedura penale

La revisione legislativa, che non è ancora stata discussa dal Parlamento, prevede nuovi provvedimenti preventivi nei confronti di potenziali terroristi, anche quando non vi sono ancora elementi sufficienti per avviare una procedura penale, nonché dopo l’esecuzione di una pena.

In particolare, un sospetto potrà essere obbligato a presentarsi e a partecipare a colloqui, gli potrà essere intimato il divieto di avere contatti, di lasciare il paese e di accedere a determinate aree oppure di lasciare un immobile.

“Il terrorismo non può essere combattuto unicamente con i mezzi del diritto penale – si legge nel messaggio del GovernoCollegamento esterno. Per prevenirlo non è dunque sufficiente adeguare il diritto penale. Il processo di radicalizzazione suscettibile di sfociare in atti terroristici richiede interventi statali tempestivi non appena si manifestano comportamenti sociali atipici”.

Questo pacchetto di misure trova per il momento un vasto sostegno. Secondo Daniel Jositsch, consigliere agli Stati socialista e vicepresidente della Commissione di politica di sicurezza, “le misure penali vengono messe in atto sempre troppo tardi” e la vicenda legata all’operazione di martedì lo dimostra. “Non sono sufficienti. Per proteggere la società abbiamo bisogno di misure preventive e quelle proposte dal governo sono necessarie”.

Per i difensori dei diritti umani, questi nuovi provvedimenti vanno invece troppo in là. “Putroppo queste leggi vanno nella direzione di indebolire i principi democratici e lo Stato di diritto del nostro paese – dichiara alla Radiotelevisione svizzera Patrick Walder, di Amnesty International. Sono troppo dure e nella lotta al terrorismo non possiamo permetterci violare i diritti umani”.

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