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Pasqua, in Argovia dice “messa” una donna

La diocesi di Basilea concede a donne di celebrare, per mancanza di sacerdoti; la funzione non comprende però l'Eucaristia

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In Svizzera, per carenza di sacerdoti, molte comunità cattoliche hanno difficoltà a garantire le funzioni religiose. Tant’è che la diocesi di Basilea ha concesso il diritto di celebrare anche alle donne.

In ossequio al Diritto canonico, è permessa loro solo la Liturgia della Parola e non quella eucaristica. Ma di fatto è una donna ad aver officiato, domenica, la funzione di Pasqua nella chiesa di Suhr, Argovia.

Nella chiesa cattolica di Suhr, nel canton Argovia, due volte al mese Rita Wismann fa le veci del prete.

La teologa, madre di due figli, si occupa della cura d’anime e celebra pure i matrimoni. Solo due sacramenti sono riservati ai sacerdoti consacrati: l’eucaristia e la confessione.

“Credo sia importante sostenere le donne in questo lavoro”, dice. “Hanno fatto gli stessi studi e hanno avuto la stessa preparazione degli uomini. Se fai bene il tuo lavoro e sai parlare alla gente, le reazioni sono sempre positive”.

Nella svizzera tedesca, soprattutto nella diocesi di Basilea, questo non è un caso isolato. La crisi delle vocazioni si fa sentire e, con il placet del vescovo, i laici e le donne possono assumere alcuni compiti del sacerdote. Per i fedeli si tratta di una buona soluzione.

“La mancanza di preti porta le donne a svolgere nuovi ruoli e non vedo perché non debba essere così”, dice qualcuno. “Parlano di una soluzione di ripiego, almeno questo dice il vescovo, ma per me è un’ottima soluzione”.

Nelle altre diocesi non si osa intaccare così la tradizione e si preferiscono altre soluzioni, come spiega Nicolas Glasson, vicario della diocesi di Friburgo. “Piuttosto che limitarci a una liturgia della parola, per andare incontro alle necessità di pochi anziani, invitiamo la gente a spostarsi in un’altra località per l’eucaristia”.

Rita Wismann non concorda, per lei la Chiesa deve essere anche prossimità: “Per me la cura delle anime è l’incontro con la gente; se ci ritiriamo, abbandonando le chiese la domenica, perderemo ancora più fedeli.”

Alla funzione religiosa pasquale di Suhr ha partecipato un centinaio di persone.

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