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Lo schiaffo di Bruxelles alla borsa svizzera

Continua il braccio di ferro tra Svizzera e Unione Europea impegnate in una difficile e complessa trattativa per regolamentare meglio le loro relazioni.

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In una lettera inviata all’eurodeputato Markus Ferber il vicepresidente della Commissione Ue, il lettone Valdis Dombrovskis, osserva che le discussioni tra Svizzera e Unione europea al momento non hanno compiuto progressi sufficienti per prolungare il riconoscimento dell’equivalenza borsistica elvetica oltre la fine del prossimo mese. Più prudenti si mostrano le fonti ufficiali a Bruxelles dove si sottolinea come nessuna decisione sia stata ancora presa in merito.

Di sicuro la prevista penalizzazione della piazza finanziaria di Zurigo non sarebbe ben vista a Berna, soprattutto all’indomani del chiaro voto del popolo svizzero contrario all’iniziativa Udc che proponeva di subordinare norme e corti europee al diritto svizzero.

Il Consiglio federale aveva paventato la possibilità di contromisure in caso di mancato riconoscimento dell’equivalenza borsistica. Secondo gli osservatori l’intransigenza di Bruxelles sul punto è uno strumento di pressione su Berna al fine di giungere in tempi brevi al cosiddetto accordo istituzionale.

Ma la trattativa incontra numerosi oppositori nella Confederazione, in particolare tra la destra nazionalista e gli ambienti di sinistra.

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