La televisione svizzera per l’Italia

Sì di un soffio al nuovo canone radiotivù

Alle urne gli svizzeri approvano la diagnosi preimpianto ma bocciano la revisione delle imposte di successione e delle borse di studio

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L’intensa giornata elettorale in Svizzera si è conclusa con sue sì e due no. Di strettissima misura, 3’996 voti pari al 50,08% dei votanti, è passata la revisione della legge sulla radiotelevisione, che tra le varie novità cambia in parte i criteri di pagamento del canone. Con ampia maggioranza (62%) il popolo ha anche approvato le norme sulla diagnosi preimpianto che consente di sottoporre a esame genetico gli embrioni ottenuti con fecondazione artificiale, prima del loro inserimento nell’utero. L’imposta sulle successioni per finanziare le pensioni (AVS) promossa dai socialisti è stata invece respinta, con una netta maggioranza di contrari (71%), così come l’iniziativa sulle borse di studio (72,5%).

Ma dei 4 temi in consultazione è stato il primo a monopolizzare tutta l’attenzione, e non solo per l’andamento tiratissimo dello scrutinio. Inutile dire che per molti cittadini il referendum lanciato dall’Unione svizzera delle arti e dei mestieri (USAM), organizzazione mantello delle piccole e medie imprese, si è trasformato in un plebiscito a favore o contro il servizio pubblico televisivo della SRG SSR. In ogni caso a sostegno delle modifiche di legge proposte da Berna si sono distinti i cantoni francofoni mentre sull’argomento il Ticino, forse un po’ a sorpresa vista la generosa chiave di riparto di cui beneficiano gli italofoni nella Confederazione, ha seguito l’orientamento espresso dalla maggioranza dei cantoni svizzero-tedeschi.

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