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In Ticino il primo caso svizzero di coronavirus

La conferenza stampa a berna
Un momento della conferenza stampa a Berna. Keystone / Anthony Anex

Il primo caso di coronavirus in Svizzera un 70enne residente in Ticino, che il 15 febbraio aveva partecipato a un evento vicino a Milano. Da lunedì in ospedale, è isolato e le sue condizioni sono stabili.

Il paziente si trova alla Clinica Luganese Moncucco. In una nota la struttura ha indicato che sta ponendo “la massima attenzione alla gestione di questo caso garantendo la sicurezza di tutti”.

Il paziente è “un 70enne che vive nel cantone: il 15 febbraio si è recato a un incontro a Milano e due giorni dopo, in famiglia, ha presentato i primi sintomi”, ha indicato Pascal Strupler, direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica.

All’uomo è stato praticato il test del tampone faringeo lunedì e martedì abbiamo ottenuto i risultati positivi, ha proseguito, aggiungendo che il paziente si trova in un ospedale ticinese, in isolamento. “Le sue condizioni sono stabili”. Non sono ancora stati effettuati esami sui membri della sua famiglia.

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Aspettavamo il primo caso

Ci aspettavamo che prima o poi dovessimo fare i conti con un primo caso, ha da parte sua affermato Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissibili dell’Ufficio federale della sanità pubblica.. “Le persone che hanno avuto contatti con lui sono state avvertite, nella misura del possibile”. In caso di test positivo, il paziente viene immediatamente isolato, ha ricordato Koch, aggiungendo che il contagio è avvenuto con ogni probabilità in Italia.

“Questo unico caso non modifica le misure adottate finora in Ticino”, ha specificato ancora Koch rispondendo alla domanda di una giornalista. Non si parla dunque per il momento di eventuali chiusure di scuole o di annullamento di eventi. Il grado di rischio per la popolazione non cambia, rimane “moderato”, ha aggiunto Strupler.

Non ci sono inoltre raccomandazioni da parte delle autorità per chi volesse recarsi in vacanza in Nord Italia, ha proseguito Koch, invitando comunque la popolazione ad informarsi sulle località che intendono visitare e sul loro eventuale isolamento.

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Le scuole restano aperte

Per il momento non si intende adottare misure come la chiusura di scuole, afferma in conferenza stampa Daniel Koch, ma se si dovessero accertare contatti con un istituto in particolare, allora la misura potrebbe essere presa per quello.

Rischio moderato

La valutazione del rischio in generale rimane invariata. Il nuovo coronavirus costituisce attualmente un rischio moderato per la popolazione svizzera. Con il continuo aumento di casi confermati a livello globale e soprattutto nell’Italia del Nord, cresce anche la probabilità di altri casi diagnosticati dell’infezione in Svizzera. 

L’Europa non chiude i confini

Il consigliere federale Alain Berset e gli altri ministri della Salute dei paesi confinanti con l’Italia hanno convenuto che chiudere i confini con il Paese – particolarmente toccato dal coronavirus – sarebbe “una misura esagerata”. Lo ha detto il ministro della Salute italiano Roberto Speranza al termine del vertice in cui hanno partecipato numerosi ministri.

Oltre a Berset, presenti all’incontro a Roma anche il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides e i ministri della Sanità di Austria, Francia, Slovenia, Croazia e Germania. “Bloccare i confini sarebbe una misura sproporzionata e sbagliata”, ha aggiunto Speranza.

“Dai Paesi confinanti fiducia sulle nostre misure”, ha detto Speranza, precisando che gli italiani potranno continuare a viaggiare, raggiungendo anche il Ticino e la Svizzera. “I grandi eventi internazionali non saranno cancellati a priori ma saranno valutate caso per caso le misure appropriate da prendere”.

“Il blocco dei voli da e per la Cina non è stato un errore”, ha aggiunto ancora il ministro della Salute italiano.

Ecco le dichiarazioni del consigliere federale Alain Berset presente a Roma.

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La situazione in Italia

Sono 11 le vittime accertate per il coronavirus in Italia. Oltre alla comunicazione sui dieci deceduti, fornita dal commissario straordinario Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla protezione civile, si è aggiunta una donna di 76 anni di Treviso. In totale i decessi sono 9 in Lombardia e 2 in Veneto, mentre i contagiati in tutto il Paese sono 322 secondo il bollettino con i dati aggiornati.

Tra le ultime vittime tre ultraottantenni: un 84enne di Nembro, in provincia di Bergamo, un uomo di 91 anno di San Fiorano e una donna di 83 anni di Codogno, entrambi in provincia di Lodi. È morta invece all’ospedale di Treviso la donna di 76 anni, positiva al coronavirus, che era stata ricoverata oggi in rianimazione per complicanze respiratorie. Lo rende noto la Regione Veneto.

“Ho il dato delle vittime delle ore 18, ancora non ho avuto conferma di questa ulteriore vittima, l’undicesima, domani avremo la conferma, mi dispiace naturalmente per quest’altra vittima. Comunichiamo i dati delle Regioni e ancora non l’abbiamo avuto dal Veneto. Poi l’Iss compie un’ulteriore verifica”, ha detto Borrelli sull’undicesima vittima in Veneto.

Nel frattempo in Sicilia sono tre i contagiati: tutti fanno parte di una comitiva di 28 turisti arrivati dalla Lombardia, ha aggiunto Borrelli.

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