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Berna vuole azzerare il CO2 entro il 2050

Emissioni nell aria prodotte da una centrale termica.
Keystone / Georgi Licovski

Presentate le linee guida della strategia a lungo termine sul clima del governo che sottolinea le ricadute economiche positive della sua politica.

Adottare misure a protezione del clima costa meno di un cambiamento climatico incontrollato e inoltre, abbandonando le fonti fossili (petrolio e gas), la Svizzera ridurrà sensibilmente la sua dipendenza dall’estero in ambito energetico.

Lo indica il governo federale nelle linee guidaCollegamento esterno illustrate giovedì a Berna in relazione all’Accordo di Parigi del 2015. Il documentoCollegamento esterno – che stabilisce gli obiettivi strategici per settore che la Confederazione trasmetterà all’Onu – prevede tagli alle emissioni di gas a effetto serra di quasi il 90% entro il 2050 nei trasporti, nell’edilizia e nell’industria.

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A questo proposito viene citata la revisione della legge sul CO2 approvata recentemente dalle Camere federali – contro cui è pendente però un referendum – e che il governo ritiene “fondamentale per raggiungere l’obiettivo delle emissioni nette pari a zero”. Le nuove norme consentiranno infatti di ridurre del 50% gli inquinanti nell’atmosfera già entro la fine del decennio, mettendo “la Svizzera sulla buona strada per cogliere l’obiettivo climatico per il 2050”.

Attraverso la formulazione dei dieci principi della “Strategia a lungo termine sul clima”, Berna intende intervenire in modo coordinato e coerente su più ambiti economici, per ognuno dei quali vengono fissati degli obiettivi quantitativi.

I settori edilizia e trasporti potranno, ad esempio, ridurre quasi a zero le loro emissioni entro il 2050 e l’industria è addirittura in grado di azzerare quelle derivanti dal suo fabbisogno energetico. Meno agevole il compito in agricoltura e nel ramo alimentare dove si punta a un calo delle concentrazioni inquinanti del 40%. Anche nell’aviazione civile le nuove tecnologie di propulsione e carburanti a minore impatto ambientale offrono interessanti prospettive.   

Mentre le emissioni di gas serra rimanenti generate dall’industria, dalla gestione dei rifiuti e dall’agricoltura, stimate a circa 12 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, potranno, nelle intenzioni dell’esecutivo, essere compensate utilizzando tecniche innovative come la cattura e lo stoccaggio del CO2 (Ccs) e tecnologie a emissioni negative (Net).

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“L’obiettivo di zero emissioni nette non è solo necessario, è anche realizzabile, finanziariamente accettabile e rappresenta una vera opportunità per il nostro Paese e per le imprese”, ha sostenuto Simonetta Sommaruga, responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec).

Negli ultimi dieci anni sono stati spesi 80 miliardi di franchi per importare petrolio e gas naturale, ha osservato la consigliera federale, secondo la quale è importante anche dal profilo economico investire su fonti rinnovabili indigene (eolico, solare e termico, oltre all’idroelettrico, già molto ampiamente sfruttato nel paese).

Il clima in Svizzera, ha invece precisato Katrin Schneeberger, direttrice dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), si sta riscaldando a una velocità doppia di quella globale e se non si interviene prontamente i periodi di caldo e siccità aumenteranno, così come le inondazioni e le frane, con i relativi costi che questo comporta.

tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 28.1.2021)


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