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Presunto ‘ndranghetista a processo in Svizzera

Facciata della sede del Tribunale penale federale ben illuminata dal sole; in primo piano -in ombra- la strada che vi porta
La sede del Tribunale penale federale a Bellinzona in un'immagine d'archivio. Keystone

Si è aperto giovedì mattina al Tribunale penale federale di Bellinzona il processo contro un 60enne italiano residente nel canton Berna, presunto membro della 'ndrangheta.

Il Ministero pubblico della Confederazione lo accusa di essere un intermediario delle cosche in Svizzera, imputandogli diversi reatiCollegamento esterno tra i quali organizzazione criminale, ricettazione, infrazione alla legge federale sulle armi, sviamento della giustizia.

Legato alla “locale” di Giussano/Seregno

A fare il nome del 60enne, residente a nord delle Alpi da oltre un decennio, furono nel 2012 due boss del nord Italia, arrestati nell’ambito dell’inchiesta Ulisse coordinata dalla procuratrice di Milano Ilda Boccassini, che portò a 37 arresti.

Secondo la procura federale, l’uomo acquistava e forniva alle cosche calabresi munizioni e armi: pistole, fucili, mitragliatrici.

Droga e supporto logistico

Avrebbe anche comprato ingenti quantitativi di marijuana e cocaina e procurato alloggio in alcuni alberghi svizzeri ai membri dell’organizzazione.

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L’imputato partecipava, in Italia, alle riunioni nelle quali si celebravano i riti di affiliazione alla ‘ndrangheta e si organizzavano gli affari criminali.

La sentenza sarà pronunciata in data da definire.

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