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Mobbing sugli studenti, il Politecnico di Zurigo corre ai ripari

Il Politecnico di Zurigo (ETH) reagisce dopo i casi di mobbing ai danni di studenti emersi negli ultimi due anni.

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Il nuovo presidente dell’istituto universitario federale Joël Mesot ha annunciato la richiesta di licenziamento di una professoressa di astronomia e l’adozione di misure che evitino in futuro situazioni di abuso di potere.

“A nome del Politecnico di Zurigo, mi scuso con tutti coloro che sono stati sottoposti a un trattamento riprovevole da parte dei loro superiori”, ha affermato il dirigente universitario nel corso di una conferenza stampa.

La docente è già stata oggetto di un’inchiesta amministrativa, richiesta dalla direzione nel febbraio 2017 dopo che era venuta a conoscenza delle umiliazioni subite dagli studenti, dalla quale è stato confermato “un comportamento grave e iniquo”.

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Ma il suo licenziamento non è così semplice: la proposta avanzata formalmente dalla direzione dell’ateneo deve essere decisa dal Consiglio dei politecnici, previo parere della commissione competente. Nel caso specifico la commissione non ha ritenuto che siano soddisfatti i requisiti giuridici per la rescissione del contratto di lavoro, poiché l’insegnante è stata avvertita in ritardo dei rilievi che le venivano fatti, ma ha anche osservato che le accuse che le vengono mosse “sono in gran parte vere” e in definitiva ha avuto un “comportamento inaccettabile”.

Nel frattempo l’istituto di astronomia diretto dalla professoressa è stato chiuso e accorpato a quello di fisica delle particelle e tutti gli studenti coinvolti sono stati affidati ad altri professori. 

Ma non sembra che si tratti di un caso isolato all’interno del politecnico federale: situazioni analoghe, seppure meno gravi, di mobbing e pressioni psicologiche sono venute alla luce anche lo scorso anno e in gennaio la stampa ha riportato la vicenda in di un insegnante che avrebbe avuto comportamenti “non professionali”.

Da parte sua il presidente Joël Mesot ha comunicato il potenziamento dei sistemi di prevenzione e controllo e degli organi per la gestione dei conflitti. Un destino comunque curioso per un’accademia sempre ai primi posti nelle classifiche internazionali delle università e che può vantare diversi premi Nobel tra i suoi professori e ricercatori.    

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