La televisione svizzera per l’Italia

Il popolo richiamerà i cani da protezione delle greggi?

Schafe mit einem weissen Herdenschutzhund der Rasse Maremmano Abruzzese
In seguito ad alcuni incidenti, a Andermatt diversi abitanti vogliono vietare l'impiego di cani da protezione delle greggi. Keystone

Chi vive in montagna, nella regione del passo del San Gottardo, teme che i cani da protezione delle greggi spaventino anche gli ospiti e non solo lupi e orsi. Per questo motivo hanno lanciato una raccolta firma per vietarli. Il conflitto nasce dalla difficoltà di conciliare tradizione e turismo.

​​​​​​​

Questo articolo fa parte di #DearDemocracy, la piattaforma di swissinfo.ch sulla democrazia diretta. Qui, oltre a giornalisti interni della redazione, si esprimono anche autori esterni. Le loro posizioni non corrispondono necessariamente a quelle di swissinfo.ch.

Il prato è punteggiato da piccole macchie bianche e nere. È un gregge di pecore che pasce placidamente. In mezzo a loro si snoda il sentiero lungo la valle dell’Unteralp nei pressi di Andermatt, villaggio nel canton Uri, sul versante settentrionale del passo del San Gottardo. Il paesino di montagna deve buona parte della sua fama internazionale al progetto dell’investitore egiziano Samih Sawiris. Quest’ultimo lo ha trasformato in una destinazione turistica di lussoCollegamento esterno. A metà della camminata notiamo in lontananza che una di quelle macchioline bianche lascia le altre e a grandi balzi si avvicina abbaiando furiosamente. Non è certo una pecora: è un cane da protezione delle greggi.Collegamento esterno 

Il cane da pastore maremmano abruzzeseCollegamento esterno è cresciuto e vive sempre in mezzo al gregge, tanto da credersi una pecora, anche se la sua aguzza corona di denti e il timbro di voce incutono ben più paura del petulante belare delle sue protette. Il suo compito è di tenere lontano i nemici dal gregge, soprattutto il lupo, l’orso e la lince. Ma a volte anche due escursioniste, come è successo un anno fa alla mia amica ed a me. 

Quando il cane da protezione ci si è avvicinato con intenzioni non proprio amichevoli, abbiamo cercato di restare tranquille, parlandogli con voce pacata, come indicava un cartello all’inizio del sentiero. Il cane ci ha seguito per un lungo tratto, continuando ad abbaiare. Anche se sapevamo che il guardiano del gregge non voleva farci male, bensì solo farci capire chi era il padrone, per un po’ il cuore ci è rimasto in gola. 

Territorio conteso 

Lo spazio nelle Alpi svizzere è sempre più affollato. Le regioni di montagna attirano i turisti con innumerevoli attività ricreative. Infatti gli alberghi e gli impianti di risalta devono generare utili anche nei caldi, anzi torridi mesi estivi. Tra tracciati e piste di discesa per le biciclette, sentieri per escursionisti, parchi avventura, palestre di arrampicata pascolano anche animali domestici, protetti a volte da cani pastore. Un territorio che ora viene loro conteso anche da lupi, orsi e linci, animali che hanno fatto ritorno nel loro habitat naturale, grazie al sostegno e alla protezione della Confederazione e di alcune organizzazioni ambientaliste. 

Ora 150 abitanti di Andermatt vogliono bandire questi cani da protezione dal loro territorio. In primavera hanno firmato un’iniziativa della comunità d’interessi “Nessun cane da protezione per le greggi”. Il presidente del gruppo Columban Russi ha spiegato dalle colonne del quotidiano zurighese Tages-Anzeiger che nella regione si investe molto nel turismo estivo, ma che purtroppo i cani spaventano gli ospiti. L’obiettivo del gruppo è di vietare i cani da protezione, anche perché si sono già registrati alcuni incidenti. Dopo questa prima presa di posizione, Russi ha deciso di non parlare più con i media, colpevoli, a suo dire, di non aver presentato il problema in maniera corretta, puntando i riflettori solo su Ernst VogelCollegamento esterno, il pastore cui appartengono le pecore e i cani. 

 “Ci troviamo tra due branchi di lupi, quelli dei Grigioni e del Vallese”
Ernst Vogel, pastore

Disposto al compromesso 

A differenza dell’escursione dell’anno prima, questa volta non vengo accolta dall’abbaiare di un cane, bensì dal querulo belato di qualche pecora quando mi avvicino al gregge di Ernst Vogel. Sull’alpe UnteralpCollegamento esterno pascolano 1100 animali, chiusi in un recinto. Il pastore di Lucerna e i suoi collaboratori stanno spuntando zoccoli e trattando le pecore contro i vermi. Alla fine le marchiano sulla schiena con una striscia rossa. 

“È un ottimo alpeggio”, dice Ernst Vogel. “Gli animali ingrassano in fretta su questi prati ricchi di erba”. Per questo motivo ha fatto buon viso a cattiva sorte e ha accettato il divieto di custodire le greggi con l’aiuto dei cani da protezione; divieto impostogli dai proprietari dell’alpe, la Korporation UrserenCollegamento esterno. Vogel ricorda però che presso il Servizio nazionale di consulenza agricola AGRIDEACollegamento esterno è stato segnalato un solo incidente con un suo cane da protezione: un lieve morso. 

La corporazione deciderà all’inizio del 2019 se depositare assieme alla comunità di interessi un’iniziativa per bandire i cani da protezione dalla valle dell’Unteralp. Sarebbe la prima volta che il popolo viene chiamato alle urne per decidere se vietare i cani da protezione su un alpeggio. 

Recinzione a prova di lupo 

Ernst Vogel si appoggia alla provvisoria recinzione costituita da un reticolato di fili a larghe maglie e poi si colloca gli occhiali da sole sulla fronte. “Ci troviamo tra due branchi di lupi, quelli dei Grigioni e del Vallese. Finora non ho ancora registrato delle perdite. Ma è solo questione di tempo e poi una pecora sarà sicuramente dilaniata da un lupo”. Il pastore ricorda che di recente ne è stato avvistato uno nei paraggi. 

Secondo Vogel non ci sono vere alternative ai cani da protezione. “In teoria si potrebbe realizzare un recinto a prova di lupo”, dice. Realizzarlo sui ripidi versanti della valle è però un’impresa quasi impossibile. Una simile recinzione è composta da tre elementi: una fascia di plastica colorata che si muove nel vento e da due fili percorsi da una debole corrente elettrica impulsiva. Il recinto andrebbe spostato ogni giorno per permettere alle pecore di brucare altra erba; un’attività che richiede però cinque ore di lavoro. “Dovrei assumere un secondo collaboratore”, dice Vogel. 

“Le buone soluzioni richiedono volontà politica, perseveranza e tempo”
Christoph Rytz, WWF

Il WWF, un prezioso alleato 

Il WWFCollegamento esterno cerca soluzioni affinché la protezione delle greggi non finisca per essere vittima dei conflitti tra turismo e alpeggi. L’organizzazione ambientalista si batte da anni a favore della reintroduzione di lupi, linci e orsi in Svizzera. 

Stando al portavoce Christoph Rytz, la sezione urana del WWF ha inviato una lettera al cantone e alla corporazione affinché coinvolgano degli esperti federali per trovare una soluzione al contenzioso. “Le buone soluzioni richiedono volontà politica, perseveranza e tempo”, sostiene Rytz. 

Al momento nessuno del comune di Andermatt vuole esprimersi sul tema dei cani da protezione. La sindaca Yvonne Baumann scrive in una e-mail: “Ci siamo occupati a lungo dell’argomento e il comune ha deciso che per ora non intende più prendere posizione sulla questione”. 

Convivenza a rischio? 

In futuro, tradizione e turismo non possono più andare a braccetto? “Trovo che l’economia alpestre e il turismo devono poter convivere”, indica Flurin Riedi, responsabile dell’Ufficio turistico di Andermatt. Egli non sa se sia giusto vietare i cani da protezione. “Secondo me è importante che gli escursionisti e altri ospiti della regione non abbiano paura a percorrere i nostri sentieri, se si comportano in maniera corretta e adeguata”. 

E l’atteggiamento nei confronti della questione è forse la chiave per far convivere armoniosamente i vari interessi che ruotano attorno alla montagna: quelli di ciclisti, escursionisti, contadini e alpigiani. Serve un po’ di sangue freddo e di comprensione dell’altro, come quando si incontra un cane da protezione tutt’altro che amichevole sul proprio sentiero.

Traduzione dal tedesco di Luca Beti

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR