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Il Ticino vuole un posto nel governo federale

A sorpresa mercoledì Didier Burkhalter, uno dei sette saggi in Consiglio federale, ha annunciato le proprie dimissioni per fine ottobre. Già il giorno stesso sono iniziate le speculazioni sulla sua successione e ieri il mondo politico e la stampa elvetica è concorde nel ritenere che il seggio tocchi ora a un ticinese.

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Didier Burkhalter, responsabile della diplomazia elvetica e rappresentate del Partito liberale radicale (PLR) se ne va a fine ottobre dopo 8 anni passati in governo. Il suo successore verrà eletto dall’Assemblea federale (le due camere riunite, 246 membri) durante la prossima sessione delle camere prevista in settembre.

Come prassi vuole – con rarissime eccezioni – l’Assemblea nazionale nominerà un membro del Partito liberale radicale, ovvero del partito del magistrato uscente.

Come funziona?

Il Consiglio federale – l’esecutivo svizzero – è composto da 7 membri dei 4 maggiori partiti. Non è dunque la maggioranza che governa: in questo caso si parla di concordanza.

Normalmente il governo viene nominato in corpore ogni 4 anni a inizio legislatura. 

Attualmente in governo siedono 2 rappresentati dell’Unione democratica di centro (UDC, partito di destra con la maggioranza relativa in parlamento), 2 del Partito liberale radicale (PLR, centrodestra), 2 socialisti (PS) e un rappresentate del Partito popolare democratico (PPD, partito di centro).

Come detto, il seggio lasciato vacante da Didier Burkhalter verrà con tutta probabilità occupato da un membro del Partito liberale radicale.

La Costituzione vuole che il governo federale sia rappresentativo delle diverse componenti regionali e linguistiche del paese. Attualmente 4 rappresentanti sono di lingua tedesca e tre di lingua francese. Questo significa che il seggio di Burkhalter, originario del Canton Neuchâtel (cantone di lingua francese), sarà occupato nuovamente da un PLR latino, ovvero di lingua francese o italiana. 

Il Ticino rivendica il seggio

Proprio per le regole sopra indicate, il Ticino rivendica ora il seggio vacante. L’ultimo ticinese a sedere in governo è stato il popolare democratico Flavio Cotti (1986-1999). Sono ormai 18 anni che il Ticino non è più rappresentato in governo. 

Dal 1848 a oggi, sono stati 7 i ticinesi eletti in Consiglio federale, 3 PLR e 4 PPD. Tenuto conto che 2 PLR ticinesi sono stati eletti nel periodo in cui l’intero governo era formato unicamente da membri del PLR, si capisce che è stato soprattutto il PPD ha riservare un posto nell’esecutivo federale a un ticinese. I tempi sono cambiati e il PPD ha un unico rappresentate in governo per cui difficilmente il partito riserverà a un ticinese il suo unico seggio. Per questo motivo, l’occasione che si presenta ora è assai allettante: il PLR – che contende alla Lega il primato in Ticino – è infatti l’unico partito che può obiettivamente offrire a un ticinese un seggio nel Consiglio federale.

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Tutti a favore del ticinese

La maggior parte della stampa elvetica e del mondo politico, all’indomani delle dimissioni di Didier Burkhalter, ha già espresso la sua valutazione favorevole affinché sia un ticinese a essere eletto. Ma si sa, i giochi politici sono complessi e i cantoni di lingua francese non cederanno facilmente il seggio. Inoltre, come nel ciclismo, chi tira la volata raramente vince.

Chi entra Papa esce cardinale

I papabili ticinesi per ora sono tre: Ignazio Cassis, attuale capogruppo del PLR in parlamento, Christian Vitta, consigliere di stato ticinese e Laura Sadis già consigliera di stato ticinese e parlamentare.

La stampa punta però tutto su Ignazio Cassis. Politico conosciuto, ricopre un ruolo importante in seno al partito. È lui l’uomo di punta del Cantone. Ma si sa, chi entra Papa in conclave esce cardinale. Proprio per questo Ignazio Cassis, sollecitato da tutti, ha deciso per ora di non esporsi. E il fatto che la stampa di tutta la Svizzera abbia fatto il suo nome potrebbe essere anche la solita tattica per bruciare il candidato ticinese.

Cassis comunque avrà delle reali possibilità solo e unicamente se il cantone sarà compatto dietro alla sua candidatura. Cosa che sembra logica ma non evidente. E gli esempi in questo caso si sprecano…

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Come si procede?

Ora tutte le sezioni cantonali del PLR avranno tempo fino all’11 agosto per proporre i loro candidati. Questi ultimi non devono essere necessariamente dei parlamentari. Il primo settembre la direzione del partito sceglierà uno o più candidati da proporre all’Assemblea nazionale. Il successore di Didier Burkhalter verrà eletto il 20 settembre. 

Le possibilità del Ticino di essere rappresentato in governo dipenderanno anche se il PLR presenterà un solo candidato all’Assemblea federale. Dovessero essere due (o addirittura tre), cioè un ticinese e uno svizzero francese (eventualmente uno svizzero tedesco), le possibilità del ticinese di essere eletto scenderebbero inesorabilmente.




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