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Sri Lanka: CICR chiede pieno accesso ai campi profughi

In attesa della propria razione di cibo. Keystone

Ad oltre una settimana dalla fine del conflitto tra l'esercito e i ribelli Tamil, il Comitato internazionale della Croce Rossa ha ribadito il suo appello per un libero accesso a tutti i campi profughi nel nord dello Sri Lanka.

Sono circa 300 mila, secondo le Nazioni Unite, i profughi fuggiti dalle zone di conflitto durante l’offensiva finale e che hanno trovato rifugio nei campi situati nel nord del paese.

Al CICR, così come ad altre Organizzazioni non governative (ONG), viene tuttora vietato l’accesso ad alcune di queste zone, ha spiegato mercoledì a Ginevra il presidente Jakob Kellenberger, in occasione della presentazione del rapporto annuale dell’organizzazione.

«Abbiamo il dovere di verificare in che condizioni vivono e come sono trattate le persone in questi centri di accoglienza, ma ciò non ci è permesso». «La posizione del governo non è del tutto chiara», ha aggiunto Kellenberger, «ma stiamo negoziando affinché ci permetta di realizzare quegli obiettivi per noi indispensabili».

Il presidente del CICR si è detto estremamente preoccupato per la sorte degli oltre 300 mila profughi tamil: «Le conseguenze umanitarie del conflitto sono immense. È necessario incrementare gli aiuti in modo da garantire un’adeguata assistenza medica». Kellemberger ha inoltre ribadito l’importanza di ristabilire i contatti tra i profughi, le loro famiglie e la diaspora tamil, che spesso non ha nessuna informazione sui propri cari.

Stato di emergenza

Il CICR ha sottolineato come alcuni profughi siano costretti a rimanere nei campi contro la loro volontà; una prassi che viola apertamente il diritto internazionale. I detenuti, 9 mila ex guerriglieri secondo le autorità, dovrebbero inoltre poter ricevere l’assistenza del CICR, ha aggiunto Kellenberger.

Ma il Governo dello Sri Lanka continua a difendere la necessità di uno stato di emergenza, incluse queste misure definite “antiterrorismo”. L’esercito è infatti chiamato a verificare che tra il gruppo di profughi non si nascondano anche ribelli tamil.

Il presidente Mahinda Rajapakse ha così respinto domenica anche l’appello lanciato dal segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon di permettere l’accesso alle organizzazioni internazionali nei centri di accoglienza.

Consiglio diritti umani

Il Consiglio dei diritti umani, riunito in sessione straordinaria a Ginevra, ha adottato mercoledì con 29 voti a favore, 12 contrari (tra i quali Svizzera, Italia, Francia, Gran Bretagna, Canada, Cile, Messico) e 6 astenuti una risoluzione particolarmente compiacente con lo Sri Lanka ignorando gli appelli di diversi paesi ad aiutare i profughi e accordare i diritti politici alle minoranze.

Non ci sarà un’inchiesta sulle violazioni dei diritti umani in Sri Lanka che è riuscito a far prevalere il rispetto della sovranità e il principio di non ingerenza negli affari interni grazie al sostegno di paesi come India, Cina, Pakistan, Arabia Saudita e Cuba.

La Svizzera, sostenuta da una trentina di paesi, ha proposto senza successo una risoluzione che chiedeva un’inchiesta su tutte le violazioni del diritto umanitario commesse durante il conflitto in Sri Lanka, l’introduzione di strumenti di lotta contro l’impunità, il libero accesso delle organizzazioni umanitarie alla popolazione civile, in particolare nei campi profughi, e la libertà di movimento per i rifugiati.

CICR, un impegno da primato

L’impegno del CICR non è rivolto però soltanto allo Sri Lanka e, nel 2008, ha registrato un nuovo primato. Le spese dell’organizzazione con sede a Ginevra hanno infatti superando i 724 milioni di euro (1,1 miliardi di franchi circa).

Un impegno che non accenna a diminuire nemmeno quest’anno, ha precisato Kellenberger, a testimonianza di un peggioramento della situazione in alcuni paesi, dallo stesso Sri Lanka, alla Repubblica democratica del Congo e al Pakistan. L’aumento delle spese riflette comunque anche i progressi compiuti dal CICR nell’accesso alle persone toccate dai conflitti, ha rilevato Kellenberger. «Il CICR può avvicinarsi alle persone che si trovano in luoghi non raggiungibili da altri, soprattutto in Irak, in Somalia e in Georgia.

Gli effetti cumulati di guerra, catastrofi naturali e aumento dei prezzi dei prodotti alimentari hanno reso ancora più drammatiche le condizioni di vita delle migliaia di persone che nel mondo vivono sotto la soglia della povertà, ha commentato Kellenberger.

«È inaccettabile che un numero incalcolabile di civili continuino a soffrire, sia perché scelti deliberatamente come bersaglio, sia perché le parti in conflitto non riescono a distinguere obiettivi militari e civili. Queste sofferenze avrebbero potuto essere in gran parte evitate se i diversi attori avessero rispettato il diritto internazionale».

Sguardo al passato

Lo scorso anno, l’organizzazione con sede a Ginevra ha distribuito 121’000 tonnellate di viveri, più del doppio rispetto all’anno precedente. Il numero di beneficiari di un aiuto alimentare è passato da 2,52 milioni di persone a 2,79 milioni. Oltre mezzo milione di detenuti in 83 paesi hanno goduto di un sostegno umanitario.

Le attività del CICR si sono concentrate principalmente in Sudan (71,8 milioni di euro), Somalia (67 milioni di euro), Irak (62,5 milioni), Afghanistan (46 milioni), Israele e Territori palestinesi (40,8 milioni). L’Africa rappresenta il 47 % delle spese operative dell’organizzazione, mentre il 20 % concerne il Medio Oriente.

Simon Bradley, swissinfo.ch
(Traduzione e adattamento di Stefania Summermatter)

1972: Velupillaï Prabhakaran crea le Nuove tigri tamil (TNT), le quali diventano le Tigri di liberazione dell’Eelam tamil (LTTE) nel 1976.

1987: Accordo tra Nuova Delhi e Colombo per mettere fine al separatismo tamil. L’india invia le sue truppe in Sri Lanka. Si ritireranno nel 1990.

1990: Le LTTE riprendono la guerriglia, dopo 14 mesi di negoziati.

1991: Il primo ministro indiano Rajiv Gandhi muore in un attentato suicida attribuito alle LTTE.

1993: Assassinio del presidente dello Sri Lanka Ranasinghe Premadasa durante un attentato suicida delle LTTE.

2002: Entrata in vigore del cessate il fuoco sotto l’egida della Norvegia.

2005: Elezione del presidente nazionalista Mahinda Rajapakse, partigiano delle maniere forti.

2006: Falliscono i negoziati di pace di Ginevra.

2009: Uccisione del leader delle LTTE Velupillaï Prabhakaran e riconquista dell’insieme del territorio dello Sri Lanka da parte dell’esercito nazionale.

La comunità tamil in Svizzera conta più di 40 mila persone. Tra queste, circa 15 mila hanno ottenuto la nazionalità elvetica. La maggioranza della diaspora vive nelle regioni germanofone, segnatamente nel cantone di Berna.

Le più importanti ondate migratorie risalgono agli anni Ottanta. Dall’inizio del 2009, le domande d’asilo da parte di cittadini srilankesi sono cresciute (587 richieste in quattro mesi). Secondo l’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati, tale aumento di si era già verificato nel 2008: 1’262 domande contro le 636 del 2007.

Nel 2008, l’asilo è stato concesso unicamente a 170 richiedenti; 192 persone sono state ammesse provvisoriamente.

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