Fino al 1981 decine di migliaia di bambini sono stati strappati ai loro genitori e collocati in famiglie contadine o in istituti. Venivano chiamate misure coercitive a scopo assistenziale, ma si sono tradotte in una delle pagine più buie della storia svizzera. Un'iniziativa popolare chiede ora il risarcimento delle vittime ancora in vita. Una proposta che non fa però l'unanimità.
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swissinfo.ch e tvsvizzera.it (TG RSI del 4.10.2015)
Sottoscritta da 108’709 cittadini, l’iniziativa “per la riparazione”Collegamento esterno chiede la creazione di un fondo di 500 milioni di franchi per risarcire le vittime ancora in vita. Un indennizzo che il Consiglio federale (governo svizzero) vorrebbe però limitare a 300 milioni di franchi.
In consultazione fino al 30 settembre, il controprogetto del governo non piace a socialisti e Verdi. Il fronte rosso-verde ritiene che 300 milioni non siano sufficienti e che la partecipazione di cantoni e organizzazioni (chiese, associazioni contadine industria farmaceutica) dovrebbe essere obbligatoria. Sul fronte opposto invece l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) che considera problematico utilizzare dei fondi pubblici per “sopperire alle sofferenze del passato, considerate da un punto di vista attuale”.
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