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Il Crash di Crossair

La coda del Jumbolino, rimasta praticamente intatta nello schianto al suolo Keystone

24 novembre 2001: il crash

Ore 21.01 – il volo Crossair LX3597 decolla da Berlino-Tegel diretto a Zurigo-Kloten dove è atteso per le 22.15. A bordo vi sono 33 persone: 28 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio. L’atterraggio è previsto sulla pista 28. Tale pista è sprovvista del sistema di avvicinamento strumentale ILS (che guida i velivoli nel corridoio giusti sia in orizzontale che in verticale) ma è dotata di un sistema VOR (solo guida in orizzontale).

Ore 22.08 – A soli due chilometri di distanza dallo scalo zurighese, il Jumbolino si schianta in un bosco presso Bassersdorf (ZH). Il crash provoca la morte di 24 persone (undici tedeschi, cinque svizzeri, fra cui i due piloti e una hostess, tre israeliani, un canadese, uno svedese, uno spagnolo, un olandese e un cittadino del Ghana). Al violento impatto sopravvivono in nove: cinque svizzeri (fra cui due membri dell’equipaggio), due tedeschi, un olandese e un austriaco. Subito dopo lo schianto, in osservanza delle norme internazionali, la pista 28 è chiusa per gli accertamenti del caso.

Le reazioni di cordoglio

La Crossair ha subito rivolto parole di cordoglio ai famigliari delle vittime. Il direttore esecutivo della compagnia, André Dosé, si è dichiarato sconcertato per questo nuovo incidente, il secondo in poco meno di due anni.

Il presidente della Confederazione Moritz Leuenberger si reca sul luogo dell’incidente con la consigliera di stato zurighese Rita Fuhrer. A nome del governo, il presidente annuncia la sua costernazione per una sciagura che, oltretutto, giunge in un momento particolarmente delicato per l’aviazione elvetica.

25 novembre 2001: le prime informazioni

Esperti dell’ufficio federale dell’aviazione indicano che il Jumbolino volava ad una quota troppo bassa. Nessuno è però in grado di precisarne il perché. Le due scatole nere – il registratore dei dati di volo e il voice-recorder – sono ritrovate e consegnate agli inquirenti. Unica certezza: al momento della disgrazia, le condizioni meteo a Zurigo non erano ottimali: la visibilità era ridotta a causa della presenza di pioggia frammista a neve.

26 novembre 2001: i lavori di recupero

150 esperti, coadiuvati dai tecnici dell’Ufficio d’inchiesta sugli incidenti aerei, sono intanto impegnati nel recupero e nello sgombero dei resti del velivolo, che dovranno essere analizzati nell’ambito dell’inchiesta. Per il momento gli inquirenti non si sbilanciano sulle cause dell’incidente. Crossair decide di sottoporre a verifiche tecniche tutti i Jumbolini della propria flotta. Non emerge anomalia alcuna.

27 novembre 2001

L’ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) ordina uno studio di fattibilità per installare il sistema di guida strumentale ILS anche sulla pista 28.

28 novembre 2001

I primi test effettuati dimostrano che i sistemi d’approccio alla pista 28 funzionavano correttamente al momento della disgrazia. Viene reso noto che il velivolo precipitato non era equipaggiato con un sistema di allarme d’avvicinamento al suolo dell’ultima generazione.

29 novembre 2001: la cerimonia in memoria delle vittime

Nella cattedrale di Basilea si svolge una commovente cerimonia funebre in memoria delle 24 vittime. Sul posto anche una delegazione del Consiglio federale.

Il sindacato Aeropers, a rappresentanza dei piloti di Swissair, si esprime sulla procedura d’avvicinamento alla pista 28. Secondo i piloti si tratta di una procedura standard utilizzata in molti aeroporti in tutto il mondo, anche al JFK di New York.

30 novembre 2001: fu errore umano?

Primi risultati dell’inchiesta. L’analisi delle scatole nere avvalora l’ipotesi di un errore umano. Le condizioni del tempo, per quanto difficili, non erano impossibili e tutti gli strumenti di bordo funzionavano correttamente. Il volo si è svolto in modo regolare fino all’ultima fase dell’avvicinamento a Kloten.

Ad un certo punto i piloti, resisi conto di volare troppo basso, hanno cercato di riprendere quota. Il loro tentativo è però giunto troppo tardi. Il perché resta un mistero.

01 dicembre 2001: la pista 28 riapre

L’ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) autorizza la riapertura della pista 28. Sono adottati con effetto immediato criteri più restrittivi per autorizzare gli atterraggi. I primi aerei toccano terra verso le 12.00.

06 dicembre 2001: uno stagno commemorativo

Il luogo dello schianto sarà trasformato in uno stagno, con una panchina ed una lapide commemorativa. L’idea è del comune di Bassersdorf e la sua realizzazione sarà finanziata dalla Crossair.

10 dicembre 2001: errore precedente

La trasmissione televisiva svizzero tedesca “10 vor 10” rende noto che due anni prima, Hans Lutz, il pilota ai comandi del Jumbolino schiantatosi, aveva commesso un grave errore di navigazione. Partito da Kloten in direzione di Sion, si era diretto erroneamente verso l’aeroporto di Aosta.

All’ultimo momento, accortosi dello sbaglio, aveva ripreso quota per poi posarsi normalmente nel capoluogo vallesano. Crossair apre un’inchiesta interna sulla questione.

14 dicembre 2001

Dall’inchiesta interna sull’episodio riguardante Hans Lutz, risulta che in nessun momento è stata messa in pericolo la sicurezza dei passeggeri e che non sono state commesse infrazioni alle regole aviatorie.

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