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L’Europa alla conquista del Ticino

L'ambasciatore dell'UE Michael Reiterer (a sinistra) e il parlamentare liberale radicale Ignazio Cassis ti-press

“Il Ticino incontra l'Europa – conoscersi per capirsi”: il via ufficiale della rassegna è stato dato domenica a Bellinzona dai suoi organizzatori, il parlamentare Ignazio Cassis e l'ambasciatore dell'UE Michael Reiterer. I dibattiti culmineranno a Lugano con il 30° incontro interparlamentare Svizzera-UE.

Presidente della delegazione parlamentare svizzera per i contatti con il parlamento dell’UE, il dottor Ignazio Cassis questa rassegna l’ha voluta fortemente ed è convinto che, malgrado il proverbiale “euroscetticismo” dei ticinesi, darà ai suoi conterranei “l’opportunità di conoscere meglio la realtà dell’UE”. E’ una sfida coraggiosa la sua, appena un mese dopo le elezioni cantonali che hanno sancito il trionfo della Lega, movimento antieuropeista per eccellenza.

“E’ vero”, ha confessato domenica a swissinfo.ch il parlamentare liberale radicale, “alcuni mi hanno dato del pazzo per aver scelto il Ticino per questi incontri a cinque mesi dalle elezioni federali e meno di un mese dopo quelle cantonali il cui risultato ha rivelato l’insofferenza dei ticinesi per l’Europa”.

Trent’anni di rapporti tra parlamentari svizzeri ed europei

Tant’è. Ignazio Cassis e Michael Reiterer, ambasciatore dell’UE in Svizzera e , quale docente all’Università della Svizzera italiana, buon conoscitore del Ticino, hanno deciso di correre il rischio. “L’idea della rassegna ci è venuta durante un pranzo di ambasciatori a Berna”, spiega il parlamentare ticinese, “ogni anno una delegazione del parlamento svizzero incontra una delegazione del parlamento europeo e visto che quest’anno sono io a capo della delegazione svizzera ho scelto il mio cantone come luogo d’incontro”. La rassegna di eventi, che ruota attorno all’annuale appuntamento tra le due delegazioni, vuole sottolineare il trentesimo anniversario dei rapporti tra i parlamentari elvetici e quelli dell’UE.

Una premessa era d’obbligo. Per fare conoscere meglio l’Europa ai ticinesi, bisognava sopperire ad una certa qual confusione diffusa tra la gente che spesso non differenzia l’Unione europea dal Consiglio d’Europa. Così, un dibattito pubblico organizzato venerdì 6 maggio all’Università della Svizzera italiana ed intitolato “L’Europa dei valori: il Consiglio d’Europa, un’altra Europa”, ha permesso a Dick Marty, consigliere agli stati ticinese e deputato all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ed a Giorgio Malinverni, anch’egli ticinese e giudice alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, di dissipare le eventuali perplessità.

Confusione tra UE e Consiglio d’Europa

“Bisogna ammettere”, ha esordito Dick Marty suscitando le risate dei presenti, “che la gente sa fare meglio la distinzione tra l’UEFA e la FIFA che tra il Consiglio d’Europa e l’UE! Il Consiglio d’Europa”, ha sottolineato il senatore che lascerà l’incarico in seno a quell’organismo a fine anno, “è in qualche modo l’Europa dei valori il cui ruolo è quello di applicare e fare rispettare la convenzione europea dei diritti dell’uomo che ogni cittadino dovrebbe avere a casa e leggere in quanto ognuno di noi può un giorno averne bisogno”. Dick Marty ha poi aggiunto che l’UE, che non lo aveva ancora fatto, “sta per aderire alla convenzione dei diritti dell’uomo”.

Il Consiglio d’Europa con sede a Strasburgo (Francia) è un organismo nato sulle ceneri del processo di Norimberga (Germania), durante il quale furono processati i criminali nazisti alla fine della seconda guerra mondiale. Oggi, con i suoi 47 stati membri raggruppa quasi tutti i paesi europei. È stato istituito il 5 maggio 1949 da dieci nazioni fondatrici, con l’obiettivo di favorire la creazione di uno spazio democratico e giuridico comune in Europa.

La Svizzera ne è membro regolare così come lo è del suo ramo giuridico ossia la Corte europea dei diritti dell’uomo, anche di sede a Strasburgo. In seno al Consiglio d’Europa siedono sei parlamentari svizzeri (affiancati di sei supplenti) e quindi con un diritto a sei voti.

“Ho scritto e detto quel che ho visto”

Ed è proprio come relatore del Consiglio d’Europa che l’ex-procuratore pubblico Dick Marty si è fatto conoscere internazionalmente. “Ho gestito rapporti che gli altri non volevano, missioni quasi impossibili”, ha precisato il consigliere agli stati. Ha così portato alla luce, dapprima l’esistenza di carceri segrete statunitensi, quindi un sospetto traffico di organi prelevati nel Kosovo a prigionieri serbi durante la guerra dei Balcani. In seguito al suo rapporto, il governo kosovaro ha aperto un’indagine tuttora in corso. Dick Marty, lui, ha la coscienza a posto: “ho scritto e detto quel che ho visto….”.

Giorgio Malinverni, giudice ticinese presso la Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo e in procinto di lasciare l’incarico per raggiunti limiti d’età, ha fatto una panoramica dei tanti casi con i quali si è confrontato. “La Turchia”,  racconta, “è stato uno dei paesi con il quale abbiamo avuto maggiormente a che fare per via delle palesi violazioni commesse contro i kurdi o gli oppositori politici in genere. La Russia anche si è spesso seduta sul banco degli accusati per via delle tante persone scomparse nel nulla.”

Presto la sentenza sul caso dei minareti

Attualmente 130mila casi sono ancora in attesa di giudizio presso la corte, come lo rivela lo stesso giudice Malinverni. Va detto, precisa il magistrato, che 95% di loro saranno dichiarati irricevibili. Per i casi accettati, bisogna normalmente contare da uno a due anni per giungere ad una sentenza. Più di 50% delle violazioni annunciate a Strasburgo sono state commesse in cinque stati tra cui 27% nella sola Russia, il resto tra Turchia giustamente, Ucraina, Romania e Polonia.

Com’è messa la Svizzera in questo contesto? “Per il nostro paese ci sono casi che risalgono al 2005, anche se c’è un’eccezione a questa regola visto che per quanto riguarda la denuncia contro il divieto di costruire dei minareti, la sentenza non dovrebbe tardare”.

L’UE conta 27 paesi del vecchio continente per un totale di 500 milioni di abitanti. I suoi organi sono il Parlamento europeo (in rappresentanza dei popoli), il Consiglio dell’Unione europea (in rappresentanza dei governi nazionali) e la Commissione europea (in rappresentanza dell’interesse comune europeo).

L’UE è un progetto in costruzione, in costante evoluzione. La Svizzera non ne fa parte, ma ne è geograficamente il cuore dell’Europa e regola i suoi rapporti con l’UE attraverso più di 100 accordi bilaterali.

La rassegna “Il Ticino incontra l’Europa – conoscersi per capirsi” è stata inaugurata domenica 8 maggio a Bellinzona dai suoi ideatori Ignazio Cassis e Michael Reiterer e dalla presidente del Consiglio di Stato ticinese Laura Sadis.

Il programma propone una serie di eventi ed incontri che fanno da cornice al 30° incontro interparlamentare Svizzera-UE, che si terrà i 16 e 17 maggio a Lugano. La delegazione svizzera sarà capeggiata da Ignazio Cassis, quella europea da Pat the Cope Gallagher.

Da segnalare inoltre, sempre il 17 maggio, un dibattito pubblico all’Università della Svizzera italiana sul tema “Svizzera-UE: quale cooperazione, quale futuro”? e, i 26 e 27 maggio, la terza Conferenza nazionale sul federalismo all’Accademia di architettura di Mendrisio.

Come evento collaterale, il Festival del film di Locarno ricorderà i 20 anni del programma europeo Media (promozione dell’industria audiovisiva europea) con un ricevimento offerto alla delegazione dell’UE in Svizzera alla quale il presidente Marco Solari farà gli onori di casa.

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