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Un “trucchetto” che può danneggiare gli assicurati svizzeri

Auto italiane immatricolate in Ticino: un grattacapo per assicurazioni e assicurati. Keystone

Recentemente, nel nord Italia vi è stato un aumento di incidenti che hanno coinvolto automobilisti residenti nella Penisola, ma i cui veicoli erano stati comperati ed immatricolati in Ticino. I conducenti avevano contratto un'assicurazione RC e casco presso compagnie svizzere. Questa pratica, illegale in Italia, potrebbe a termine danneggiare gli assicurati indigeni.

«In Svizzera chiunque può comperare e targare un veicolo senza essere necessariamente in possesso di una patente di guida», spiega Jeanine Hoppe, responsabile della comunicazione presso la Basilese Assicurazioni. «Nei casi che ci riguardano e che toccano il Ticino, la sezione della circolazione non è quindi in grado di verificare se il proprietario di un veicolo da immatricolare possiede o meno una patente svizzera».

«Chiunque è in grado di fornire un indirizzo valido in Ticino, ad esempio tramite un prestanome o una società a garanzia limitata, e che desidera acquistare una vettura in Svizzera, può ottenere un permesso di circolazione. Basta presentare un attestato assicurativo», aggiunge Jeanine Hoppe. «Una volta immatricolata in Ticino, l’automobile può facilmente essere utilizzata anche da una persona residente in Italia».

Premi più elevati d’Europa

Stando a Jeanine Hoppe, il fenomeno è ancora marginale, anche se non deve essere sottovalutato.  «L’automobilista italiano ha un doppio vantaggio a comperare e targare un’auto in Ticino: un risparmio finanziario all’acquisto – l’IVA in Svizzera è dell’8% contro il 20% in Italia – e uno sui premi assicurativi di responsabilità civile (RC) e casco, soprattutto sulla garanzia furto del veicolo».

Stando agli ultimi dati pubblicati dall’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici, i premi RC auto in Italia sono i più cari d’Europa.

Per la sola copertura RC (responsabilità civile), un automobilista italiano deve pagare in media 526 euro contro 291 negli altri paesi dell’Unione europea, ossia il 45% in più. Per un motociclista, il premio annuo è in media di 279 euro, contro 150 nell’UE (+46%).

Nella classifica dei quattro principali paesi europei, il Regno Unito si piazza subito dopo l’Italia con una media di 357 euro per un premio annuo RC. E’ seguito da Francia (324 euro), Germania (234 euro) e Spagna (199 euro).

Le assicurazioni casco sono fuori prezzo in Italia. Soltanto due delle principali compagnie propongono, ad esempio, una copertura totale dei rischi per una BMW serie 5. I premi emessi per questo tipo di auto oscillano tra 4’600 e 6’240 euro l’anno (6’000 a 8’000 franchi circa). Possono addirittura toccare i 15’000 euro per una Ferrari

Stando ai dati pubblicati dall’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici (ANIA), i premi RC applicati in Italia sono i più alti d’Europa. La media è di 491 euro contro 278 negli altri paesi dell’Unione europea. In Svizzera, un premio annuo RC per una macchina di media cilindrata varia tra i 290 e i 470 franchi, tra 240 e 396 euro, senza tener conto di eventuali bonus.

Questa differenza, spiega l’ANIA, è legata a un numero maggiore di incidenti e a un carico fiscale più alto. Inoltre, il gran numero di furti registrati oltreconfine fa lievitare i premi dell’assicurazione casco. Detto ciò, in Italia gli indennizzi in caso di morte sono quattro volte superiori rispetto ad altri paesi europei (in media 649mila euro contro 138mila euro).

Tenuto conto di queste differenze e delle riduzioni praticate dalle compagnie svizzere in caso di assenza di sinistri (fino a 70% del premio di base), un automobilista italiano ha un buon margine di risparmio se compra e targa il suo veicolo in Ticino. Una pratica che però, se si dovesse estendere, potrebbe ripercuotersi sugli assicurati svizzeri.

Non solo il numero di sinistri è più alto in Italia, ma anche le fatture ad essi correlati, sottolinea Jeanine Hoppe. «Va quindi da sé che se queste spese devono essere coperte da una compagnia svizzera, a lungo andare possono danneggiare i nostri assicurati».

Pratiche illegali che possono costare caro

Di recente, alcuni avvisi di sinistri hanno fatto nascere qualche sospetto negli uffici della Basilese.

«È importante ricordare che questa pratica è illegale in Italia. Un automobilista può essere accusato di frode fiscale e rischia sanzioni che possono andare fino al sequestro del veicolo» precisa la Jeanine Hoppe. «Da parte nostra, se scopriamo casi simili ci riserviamo il diritto di rifiutare la copertura casco e di studiare la possibilità di ricorrere per quanto riguarda l’RC».

Dal canto suo, il vice responsabile della sezione della circolazione del canton Ticino, Aldo Barboni, sottolinea che le autorità non sono in grado di controllare dove risiede effettivamente il proprietario di un’automobile. «Rilasciamo il numero di immatricolazione a condizione che i documenti presentati, ovvero l’effettivo indirizzo in Svizzera, siano validi».

«Le compagnie assicuratrici con sede in Ticino dovrebbero avvisarci in caso di dubbio, affinché il nostro ufficio possa fare delle verifiche più approfondite. La nostra regola è quella di rifiutare una richiesta di immatricolazione se non ci sembra chiara», aggiunge Aldo Barboni.

Le altre compagnie sanno

Cosa ne è delle altre assicurazioni ? swissinfo.ch ha tastato il terreno presso le principali compagnie attive in Ticino.

Luigi Colletti, responsabile del servizio interno della Nationale Suisse, ammette di averne sentito parlare: «La nostra compagnia non è ancora stata confrontata con casi di questo tipo. Ma non escludo che ciò possa avvenire, in caso di verifiche più approfondite. Ad ogni modo ci riserviamo il diritto di rifiutare un contratto assicurativo se sospettiamo che dietro ci sia qualcosa di losco».

Anche la Zurigo e la Vaudoise per ora non hanno registrato problemi di questo tipo. L’addetto stampa di quest’ultima, Marc Bachmann, sottolinea inoltre che tali pratiche sono sconosciute in Svizzera romanda perché i premi in vigore in Francia sono molto più bassi di quelli italiani (324 euro annui contro 492).

Dal canto suo, l’Axa Winterthur dichiara di intervenire unicamente quando i clienti sono in grado di provare che risiedono davvero in Svizzera: «Se scopriamo che qualcuno ci ha fornito dati fasulli, abbiamo la possibilità di annullare il contratto», precisa Marc Hauser, portavoce del gruppo.

«Sappiamo che esistono raggiri di questo tipo, ma per ora il nostro ufficio sinistri esteri non ci ha ancora segnalato nulla di sospetto. In futuro potremmo però intensificare i controlli», afferma Franco Albisetti, della Generali Assicurazioni. «Ci è capitato di indagare su incidenti occorsi in Italia con auto professionali immatricolate in Ticino e guidate da conducenti residenti oltrefrontiera. Tuttavia, in questi casi si trattava davvero di macchine di servizio messe a disposizione degli impiegati dalle singole ditte».

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