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Una banca di un nuovo tipo in Svizzera

Uno sportello in una banca in Arabia saudita Keystone

Ginevra accoglie la prima banca islamica svizzera. Riconosciuta dalla Commissione federale delle banche, segue i dettami del Corano, che vietano l'usura.

La maggior parte della banche svizzere propone già prodotti compatibili con l’Islam. Il settore è in forte progressione, indica Anthony Travis, un’esperto anglo-svizzero attivo a Ginevra.

Ginevra dispone ormai della prima banca islamica svizzera. La Faisal Private Bank, scaturita dalla finanziaria Faisal legata al trust saudita Dar-al-Maal Al-Islami, permette ai suoi clienti di investire conformemente ai precetti dell’Islam.

Questo genere di istituto bancario si sta diffondendo in tutto il mondo. In Svizzera al momento non è però pendente nessun altra domanda d’autorizzazione per una banca islamica, indica Tanja Kocher, portavoce della Commissione federale delle banche.

Le stime sugli averi gestiti globalmente dagli istituti che rispettano i precetti del Corano vanno da 300 miliardi a 750 miliardi di dollari. «Tutto dipende da come si definisce un fondo islamico» spiega Anthony Travis.

Per lungo tempo attivo in Medio oriente in Malesia, paese all’avanguardia nella finanzia islamica,Travis è membro del Consiglio di fondazione dell’Osservatorio della finanzia, creato nel 1996 a Ginevra per sensibilizzare il mondo della finanzia sulle sue responsabilità verso il bene comune.

swissinfo: I prodotti compatibili con l’Islam offerti dalle grandi banche sono paragonabili ai servizi di un istituto bancario islamico?

Anthony Travis: Se fossi un musulmano veramente preoccupato di evitare l’usura, rispettoso dei precetti religiosi e intenzionato ad evitare che il mio denaro venga investito negli armamenti, nella produzione di alcol e tabacco o in altri ambiti vietati dalla religione, allora preferirei una banca islamica.

Ma non bisogna dimenticare che il mondo islamico è molto diversificato. Anche se i principi religiosi sono gli stessi, ci sono delle differenze culturali notevoli. Il mondo della banca islamica non è uniforme.

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Commissione federale delle banche (CFB)

Questo contenuto è stato pubblicato al Originariamente, la commissione era incaricata unicamente di sorvegliare il settore bancario. Con il passare degli anni, le sue attività si sono estese ad altre sfere finanziarie, come i fondi di investimento o la borsa. È competente pure per ciò che concerne il riciclaggio di denaro sporco. La CFB non fa parte dell’amministrazione federale, pur dipendendo…

Di più Commissione federale delle banche (CFB)

swissinfo: Nel contesto attuale di finanziarizzazione accresciuta delle società moderne, la finanza islamica può essere separata dalla finanza internazionale?

A.T.: Nelle grandi banche, la questione del finanziamento trasversale in effetti si pone. Alcune di loro hanno creato delle cellule specifiche, altre funzionano con strutture ibride. Anche nelle banche islamiche «pure» c’è sempre il sospetto di un «inquinamento» tra i due sistemi.

La «purezza» rivendicata dalle banche islamiche è a doppio taglio: è un argomento per battere la concorrenza, ma è anche uno strumento di controllo.

swissinfo: Il fatto che queste banche gestiscano dei fondi provenienti dai petrodollari non è in contraddizione con i valori ecologici che sono invece entrati oggi nella composizione dei fondi etici occidentali?

A.T.: L’origine delle banche islamiche risale agli anni Settanta e alla crisi petrolifera. I paesi del Golfo hanno visto aumentare la loro liquidità, che fino ad allora non reinvestivano, perché diffidavano del sistema occidentale. Sono state dunque costruite con i soldi del petrolio, almeno in parte.

Un investitore occidentale deve sapere che certe regole nella finanza islamica sono simili a quelle che si trovano nel diritto svizzero, per esempio rispetto alla pratica contrattuale.

Gli esperti nell’interpretazione della shari’a implicati nell’approvazione di prodotti forniti dalle banche islamiche non si limitano a proibire l’usura. La loro riflessione tiene conto anche della necessità di garantire la pace sociale e l’equità.

swissinfo: I depositi avvengono solo per convinzione?

A.T.: L’investimento per convinzione riguarda una buona parte della clientela. D’altra parte è chiaro che se le banche islamiche fossero molto meno redditizie, non riuscirebbero ad attrarre la clientela.

Dal momento in cui la differenza finanziaria è minima, un cliente può scegliere di depositare una parte del suo capitale ad una banca islamica e il resto a degli istituti classici. È una pratica corrente, per garantire una buona suddivisione del rischio.

swissinfo: I rischi di strumentalizzazione politica di questo tipo di istituzioni sono più pronunciati che nel caso di altri istututi?

A.T.: Non ho l’impressione che i movimenti terroristi usino il sistema bancario islamico più di altri sistemi. Per finanziare le loro operazioni il sistema occidentale è altrettanto efficace.

swissinfo, Carole Wälti
(traduzione: Andrea Tognina)

La Svizzera non fornisce licenze bancarie specificamente islamiche, contrariamente a quanto avviene in Gran Bretagna o nel Bahrein.

La Commissione federale delle banche non applica dei principi di sorveglianza particolari alle banche islamiche o alle banche che propongono dei prodotti compatibili con l’Islam.

Secondo gli esperti, gli averi musulmani gestiti dalla piazza finanziaria di Ginevra si avvicinano a 200 miliardi di dollari.

Anthony Travis è consulente tecnico dell’Islamic Financial Services Board a Kuala Lumpur.
Ha lavorato in Medio oriente e in Asia.
Attualmente è Senior Partner del società di consulenza Gainsbury & Consorts di Ginevra.

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