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“Aiutiamo Hussam, pompiere di Gaza”

Hussam, giovane pompiere palestinese, ha rischiato la vita per salvare delle vite. Oggi è lui ad avere bisogno di cure

Un appello alla solidarietà e allo spirito umanitario lanciato dal Monte Verità, ad Ascona. Un progetto di aiuto concreto scaturito dal documentario del reporter indipendente Gianluca Grossi, "Gaza: liberi di morire".

“Che cosa posso fare?”: una semplice domanda ripetuta un centinaio di volte a Claudio Rossetti, direttore della Fondazione Monte Verità, dopo la proiezione del documentario “Gaza: liberi di morire” del giornalista indipendente ticinese Gianluca Grossi.

“Che cosa possiamo fare noi che viviamo nella parte soleggiata del mondo, noi che dopo essere scossi da immagini di guerra – afferma Claudio Rossetti – dimentichiamo tutto una volta a casa?”

È proprio da questo interrogativo – grido di indignazione della nostra coscienza e voce, a tratti sopita, della nostra umanità – che sono partiti prima l’appello e poi il progetto per aiutare il giovane pompiere palestinese Hussam che ha bisogno di cure mediche.

Per finanziare il viaggio e l’assistenza medica è dunque stata avviata una raccolta di fondi. Il progetto “Aiutiamo Hussam”, presentato lunedì 20 luglio, consiste nella fabbricazione di una protesi e in cure di riabilitazione. L’arrivo di Hussasm in Ticino è previsto verso la metà del mese di agosto.

L’entusiasmo non basta

Hussam è stato ferito mentre era impegnato in un’operazione di salvataggio, durante la recente invasione israeliana nella striscia di Gaza. Le truppe israeliane, dopo aver dato ai mezzi di soccorso una breve tregua, per ragioni inspiegabili hanno iniziato senza preavviso a colpire lo stabile nel quale si trovava il pompiere. Hussam, facilmente riconoscibile dai soldati grazie agli indumenti di servizio fosforescenti, è purtroppo stato colpito. Vivo per miracolo, ha però perso una gamba.

Nel quadro del suo Forum Diritti Umani, la Fondazione Monte Verità ha dunque voluto dar vita ad un progetto che, pur essendo simbolico, è molto concreto. Un gruppo, composto da persone con orientamenti anche molto diversi, si è spontaneamente costituito mettendosi a disposizione per aiutare questo testimone inerme della guerra a Gaza.

“Hussam rappresenta unicamente uno dei tantissimi pazienti palestinesi vittime dell’invasione israeliana di quest’anno. Ma il suo ruolo di pompiere e soccorritore – osserva Claudio Rossetti – lo rende sicuramente un po’ speciale e simbolico”.

Ma l’entusiasmo delle persone non basta per rendere possibile un progetto sanitario ed umanitario: ci vogliono risorse finanziarie, contatti, relazioni internazionali, competenze mediche e tecniche, punti di riferimento tanto in Svizzera quanto in Palestina, esperienza nel campo umanitario. Tutte risorse che un gruppo di lavoro, composto da personalità di orientamenti diversi, sta coordinando attentamente, grazie anche al sostegno del Dipartimento federale degli affari esteri.

Condannati a vivere tra le macerie

Chirurgo ortopedico, il dottor Daniel Wyss conosce bene Gaza: “Quando sono stato nella Striscia nel 2005, in un periodo sorprendentemente calmo, ho visitato le strutture sanitarie, ridotte all’osso. Ho visto la povertà, tanta povertà”. Aiutare Hussam, che ha già subito diverse interventi chirurgici, è certamente una piccola goccia nel mare. Ma proprio per questo non ci si può accontentare di stare a guardare.

“Lo scopo della protesi – precisa l’ortopedico – è quello di garantire a Hussam un graduale ritorno ad una vita il più normale possibile. La protesi alla gamba destra gli permetterà di camminare, di reintegrarsi nella vita sociale e di far fronte ai problemi psichici legati alla perdita della gamba”. La riabilitazione (alla clinica di Novaggio) e il tipo di protesi necessari a Hussam, non esistono proprio nella Striscia perennemente in bilico tra sopravvivenza e disperazione.

L’oncologo ticinese di fama mondiale Franco Cavalli ha visitato Gaza poco meno di un anno fa: “La sorte del milione e mezzo di persone che vive confinata in quella prigione a cielo aperto è devastante. Ammassati gli uni agli altri, è matematicamente impossibile non ammazzare i civili ogni volta che riesplode il conflitto armato”.

Il soggiorno ticinese di Hussam

Finito il massacro, la conta dei morti tra le macerie, la polvere acre e il silenzio, è un incubo. La gente continua a rimanere vicina alle macerie della propria casa, non riesce ad allontanarsi. Chi può trova ospitalità da familiari o amici. Ma per chi ha perso tutto sotto le bombe, il calvario non finisce mai. Per alcuni, come Hussam, la mano tesa viene inaspettatamente da una piccola realtà lontana mille miglia, il Ticino.

Dopo verifiche e accertamenti durante tutto il mese di maggio, il gruppo di lavoro è riuscito a definire un obiettivo concreto e realizzabile. La durata del soggiorno di Hussam a Lugano sarà circa di sei settimane. I promotori sono ancora alla ricerca di un appartamento ammobiliato dove poter ospitare Hussam e il fratello che lo accompagnerà.

La spesa totale per la logistica, la protesi, la fisioterapia, l’alloggio, la cura e l’assistenza ammonta a circa 35’000 franchi. La cifra sarà raccolta tramite la campagna di una raccolta di fondi che ha preso avvio lunedì. Aziende, associazioni di categoria, club di servizio e privati possono contribuire con un gesto concreto e mirato; la compagnia aerea svizzera Swiss ha già aderito assumendosi le spese di trasporto.

Françoise Gehring, Monte Verità-Ascona, swissinfo.ch

Hussam, è un giovane palestinese di 28 anni incorporato nei pompieri a Gaza City.

Durante la recente invasione israeliana il giovane è stato ferito seriamente durante un’operazione di perlustrazione e salvataggio in uno stabile sotto assedio.

Le truppe di occupazione, dopo aver dato ai mezzi di soccorso una breve tregua, per ragioni inspiegabili hanno iniziato senza preavviso a colpire lo stabile nel quale si trovava il pompiere. Colpito dall’esercito israeliano, ha perso una gamba.

Per ulteriori informazioni legate al progetto “Aiutiamo Hussam”, proposte di collaborazione o per contributi può essere contattata la Fondazione Monte Verità di Ascona (tel. +41 (0)91 785 40 40, e-mail info@monteverita.org).

Donazioni possono essere fatte sul conto Fondazione Monte Verità no CH56007641030458C014C presso BancaStato Bellinzona (CCP 65-433-5) indicando “Hussam” oppure richiedendo una polizza di versamento.

La Fondazione Monte Verità, nell’ambito del suo programma culturale ed in particolare nel suo Forum Diritti Umani, da anni si occupa di informazione, denuncia e discussione su conflitti e infrazione dei diritti fondamentali.

Con la creazione di questo forum, che organizza attività anche in collaborazione con il Dipartimento federale degli Affari esteri, la Fondazione Monte Verità mantiene viva la tradizione del Monte delle Utopie nel promuovere una cultura di pace, di giustizia e di rispetto dei diritti dell’essere umano.

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