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“Fase rossa”, il giorno dopo

I camionisti giunti giovedì al valico di Chiasso si sono visti consegnare un volantino con l'indicazione del blocco Keystone

Il giorno dopo il blocco del transito di Tir attraverso il Ticino, la situazione sulle strade è tornata alla normalità. Ma continua il dibattito politico.

Giovedì il transito dei Tir sulle tratte del San Gottardo e del San Bernardino era stato bloccato tra le 9.30 e le 16.30 dalla polizia ticinese, che aveva deciso di passare alla cosiddetta “fase rossa”, misura d’emergenza messa a punto dal governo lo scorso febbraio.

Venerdì la situazione sulle autostrade sudalpine è tornata alla normalità, ma non accenna a placarsi la discussione sull’opportunità della misura. Mentre la polizia ticinese reputa positivamente l’utilizzo della “fase rossa” e il Consiglio federale difende il sistema di dosaggio del traffico, l’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (Astag) considera inaccettabile le misure attuali.

L’Astag chiede la libera circolazione

In una mozione adottata all’unanimità nell’assemblea dei delegati venerdì a Svitto, l’Astag chiede che entro il 1° maggio sia nuovamente autorizzata la circolazione di mezzi pesanti in entrambi i sensi nella galleria del San Gottardo.

Secondo i trasportatori il sistema di dosaggio attuale non porta maggiore sicurezza, bensì solo ostacoli al traffico. A causa dell’«errata politica della Confederazione» la situazione è scaduta ad un livello tale che non può più essere tollerato, ha detto il presidente Carlo Schmid: i camionisti devono rimanere in colonna per ore senza installazioni sanitarie o possibilità di rifocillarsi, le forniture avvengono in ritardo e l’intero sistema logistico è prossimo al collasso.

Poiché la speranza di vedere un maggiore volume di merci abbandonare la strada per indirizzarsi sulla ferrovia si è rivelata irrealizzabile, l’ASTAG chiede l’abbandono del sistema di traffico a senso alternato: ciò appena completati i lavori per il miglioramento della sicurezza in galleria. Come ultimo termine viene indicato il 1. maggio.

Il governo difende il dosaggio

Dal canto suo il Consiglio federale non ha alcuna intenzione di abbandonare il sistema di dosaggio del traffico. Il governo lo ha ribadito oggi, rispondendo a quattro interpellanze urgenti concernenti il traffico di veicoli pesanti al San Gottardo.

Dal 21 dicembre 2001, il dispositivo di sicurezza vieta ai veicoli pesanti d’incrociarsi nella galleria e impone loro una distanza minima di 150 metri. Il Consiglio federale vuole mantenere questo sistema, anche dopo la conclusione – a fine aprile – dei lavori di riparazione per evitare gravi rischi d’incendio in caso di collisione tra due camion.

Anche una volta che sarà stato migliorato – precisa il governo – il sistema di ventilazione non permetterà di evacuare tempestivamente i fumi, estremamente pericolosi, provocati da due veicoli in fiamme.

Nelle loro interpellanze urgenti, i consiglieri nazionali Alex Heim (democristiano solettese), i gruppi radicale e democratico di centro, nonché il consigliere agli Stati Carlo Schmid (democristiano dell’Appenzello interno) si preoccupano degli ingorghi provocati – secondo loro – da questi provvedimenti di sicurezza. Essi chiedono al Consiglio federale se non sia possibile allentare queste misure durante i periodi di forte traffico.

Nella risposta, il Consiglio federale spiega che il dispositivo aumenta la sicurezza all’interno della galleria stradale e permette di far transitare 3500 camion al giorno. Aggiunge che le code che si producono, in particolare nei giorni di grosso afflusso turistico, sono dovute soprattutto alle automobili private e non agli autocarri.

Il sistema di regolazione del traffico – ammette il Consiglio federale – presenta certamente inconvenienti, ma quest’ultimi sono trascurabili rispetto a quelli di un asse stradale chiuso a causa di un incidente.

Denuncia per danni alla salute

In Ticino intanto dieci organizzazioni ambientaliste hanno inoltrato una denuncia contro autorità federali, cantonali e comunali. Gli ecologisti accusano le autorità di mettere in pericolo la salute dei cittadini con la loro politica del traffico. Una dei motivi principali della denuncia è costituito dalle polveri fini, che durante 100 giorni nello scorso inverno hanno superato del 100% i limiti consentiti dalla legge.

Secondo gli ecologisti, le autorità non avrebbero fatto nulla per proteggere la salute dei cittadini e avrebbero con ciò violato la legge.

swissinfo e agenzie

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